Pentagono e Ufo: La Nuova era dell’Ufologia

Sono passati solo pochi giorni, dall’annuncio del Pentagono, ma attraverso tutti i canali, dai social, al web, TV, e carta stampata la notizia è rimbalzata in tutti i continenti raggiungendo milioni di persone, se non miliardi. Notizia incredibile per la massa, ordinaria per gli addetti ai lavori, che però la vedono come una piccola vittoria, da prendere con le pinze invece per gli scettici, che restano però interdetti e ammutoliti, finalmente la verità per i complottisti. Diverse reazioni in diversi ambienti, ma quale è il reale valore di questa notizia? Quale è la reazione più appropriata? Quale è il significato di questa apertura?

Questo evento possiamo dire storico mi ha spinto ad alcune riflessioni un pò diverse da quelle che leggo in giro. Per quanto riguarda noi generazione X Files, ma anche per chi era vicino al tema negli anni 80 e 90, per tutti quelli quindi da sempre con il naso all’insù piuttosto che su uno smartphone, è una luce in fondo ad un tunnel zeppo di depistaggi e menzogne perpetrate per anni. Sia chiaro non è stato detto che a breve faremo parte di Star Wars, ma il lento e graduale rilascio di informazioni non è altro che un acclimatamento ad una situazione prossima all’essere nota. Per capire però il reale valore dell’affermazione bisogna inserirla in un contesto più ampio e più lungo inteso come tempo. Quello che è evidente è che si è passati dalla totale negazione e addirittura avversione in alcuni casi, ad una conferma seppur soft di quello che in molti sostengono da anni. La verità passa per tre gradini: prima viene derisa e ridicolizzata, poi viene ferocemente contrastata, infine viene accettata come palese ovvietà”. Così affermava tempo fa Arthur Schopenhauer. E questo tema ne è la prova provata.

Chi tra gli addetti ai lavori non è stato almeno una volta deriso a riguardo? Battute del tipo a ecco l’ufo abbinato alla propria presenza. Pazienza, purtroppo l’ufologia per molti è solo la lucina in cielo e allora forse si la cosa fa sorridere, ma se si approfondisce e se si “studia” ci si accorge di molte altre cose, che alla fine rendono le lucine  l’ultimo step. Quindi per dovere di cronaca, un budget di 22 milioni di dollari dal 2007 al 2012 da parte del Dipartimento della Difesa, per studiare il fenomeno UFO e prima del 2007? E oggi? Possibile che dal giorno dopo Roswell fino al 2007 a nessuno è importato degli “alieni”? Eppure di programmi a tal proposito ne sono stati fatti molti in questi anni (Project Blu Book, Majestic 12) per citarne alcuni, quindi cosa è successo nel 2007 per avviare questo programma? In realtà nulla, è tutto parte di una partita a scacchi tra il pastore e le sue pecore dove di tanto in tanto viene impartita una nuova regola del gioco cosicchè  arriverà il giorno che la pecora saprà come giocare, ma non necessariamente saprà vincere. Non è un caso che anche la NASA ha iniziato un cambio di rotta, ufficialmente grazie a nuovi strumenti tecnologici, con i quali si è arrivati alla scoperta dapprima di Trappist1 

adesso Kepler 90 un sistema solare simile al nostro, 

e grazie all’intelligenza artificiale di Google si è riusciti a monitorare circa 35000 pianeti inserendoli in diverse fasce che ci consentono di verificare eventuali analogie con il nostro e quindi con esse la possibilità che vi siano forme di vita intelligente. Tutto questo per rendere meno traumatica e meno inaspettata possibile una eventuale notizia di scoperta di forme di vita, che state certi saranno prima sotto forma di microbi, per poi nel tempo arrivare a forme di vita intelligente. La scoperta di una “Ragnatela Cosmica” composta da gas, che collega fra loro le galassie  è stata osservata per la prima volta, grazie alla luce diffusa da un quasar distante che ha illuminato i filamenti, sta spingendo anche grazie a nuovi orizzonti della fisica a interpretare diversamente quello che ci circonda e di conseguenza a “vedere” con occhio nuovo tutto quello che prima era considerato fantascienza o leggende vedi i Nativi Americani e la loro ragnatela cosmica e l’unione con il tutto, che ultimamente sembra essere tornato di moda e studiato con maggiore attenzione. Questo unito a diverse teorie sul suono e su alcune teorie sulle ottave e ad alcuni messaggi che in esse potrebbero essere nascosti, può portare anche a nuove intuizioni sugli spostamenti e sui viaggi interstellari. Parliamo ad esempio della scoperta tutta Italiana di cunicoli che permettono di viaggiare nello spazio e nel tempo, i cosiddetti wormhole, adesso possono essere costruiti in laboratorio: sebbene su una scala piccolissima, dimostrano per la prima volta che attraversare il tempo è possibile e, in attesa di futuri viaggi intergalattici, promettono di rendere più potenti gli attuali dispositivi basati sulle nanotecnologie. Il prototipo, descritto online sul sito ArXiv e in via di pubblicazione sull’International Journal of Modern Physics D, darà luogo ad un esperimento condotto in Italia, presso l’università di Napoli Federico II. “Abbiamo realizzato il prototipo”, ha detto il coordinatore del gruppo internazionale autore della ricerca, il fisico Salvatore Capozziello, dell’Università Federico II di Napoli, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e presidente delle Società Italiana di Relatività Generale e Fisica della Gravitazione (Sigrav). E’ stato ottenuto collegando due foglietti del materiale più sottile del mondo, il grafene, con legami molecolari e un nanotubo. La struttura ottenuta è neutra e stabile, nel senso che al suo interno non entra nulla e nulla fuoriesce, ma quando si introducono dei difetti vengono generate correnti in entrata e in uscita. “Spostandoci su dimensioni cosmiche, potremmo considerare un osservatore che con la sua navetta si avvicina a un wormhole come un elemento capace di perturbare la struttura: in questo caso  sarebbe possibile passare da una parte all’altra del cunicolo spaziotemporale, così come trasmettere segnali da una parte all’altra”.

 

Sembrerebbero apparentemente notizie una lontana dall’altra, invece a parer mio sono puntate diverse di una sola notizia.

Facciamo un gioco quale era uno dei principali problemi che gli Ufologi dovevano affrontare quando si interfacciavano ai cosiddetti detrattori? La difficoltà tecnologica. SI è partiti nella migliore delle ipotesi dall’asserire che sicuramente c’è vita nell’universo altrimenti sarebbe solo uno spreco di spazio, ma considerate le distanze è impossibile che eventuali civiltà evolute possano raggiungerci dato che per farlo servirebbe una tecnologia al momento inesistente.  La somma di queste scoperte anche se non sono un fisico mi rende consapevole del messaggio che in realtà si vuole lanciare, esistono miliardi di pianeti che potrebbero essere simili al nostro e potrebbero ospitare la vita, prima non lo sapevamo adesso abbiamo la tecnologia per scovarli e miglioreremo sempre più fino a quando non troveremo quello che stiamo cercando. Si ma sono così distanti come raggiungerli sappiamo tutti che i viaggi del tempo sono solo teoria, ma guarda caso forse esiste una scappatoia che certamente và migliorata sperimentata, ma chi ci dice che non sia già stato fatto? D’altronde gli UFO non esistevano giusto?  Poi esistono oggetti strani nella galassia vedi l’asteroide che sembrerebbe una navicella, e dopo aver provato a contattarlo non abbiamo avuto risposta. Si tratta di una semplice pietra, ma prima o poi non lo sarà più.  Da profano una domanda che mi porrei al cospetto di tutto ciò sarebbe ma perchè spendere milioni di dollari vedi il SETI, o il Pentagono, inviare sonde sfruttare nuova tecnologia per cercare qualcosa che non esiste? Perchè sostenere proiezioni cinematografiche orientate se tutto fosse pura fantasia? La risposta in realtà la sappiamo tutti o almeno la sapevamo in pochi, forse ora inizia ad arrivare anche laddove non batte mai il sole. Il meccanismo innescato di disclosure a rilascio graduale ha subito una notevole accelerata, il perchè non è chiaro, certamente non cadremo nella tentazione (per dirla alla Bergoglio) di intravedere in tutto ciò apocalittici tempi o invasioni alla H. Wells. Più semplicemente forse, è giunto il momento di evolversi allo step successivo e magari con dei tempi più maturi alla conoscenza di qualcosa di straordinario. Che sia giunta l’era dello spirito profetizzata da Gioacchino da Fiore, e che l’umanità si stia evolvendo in altro e quindi sia più pronta a interagire con menti superiori? Stando a ciò che mi circonda avrei dei grossi dubbi a riguardo, anzi credo che a tal proposito ci si stia regredendo all’era dell’ignoranza, ma la speranza in qualcosa di nuovo è sempre l’ultima a morire. Che si aspetti il Messia, o il Nirvana, o forme di vita che possano regalarci la conoscenza per risolvere i nostri problemi cambia poco, siamo sempre con le braccia al cielo in cerca di qualcuno che ci dia una mano e risolva i nostri problemi. Ritengo invece che se si vorrà guardare negli occhi questi probabili “nuovi pastori” sarà necessario evolversi dallo status di pecore, altrimenti cambieranno i nomi ma non il risultato, e resteranno sempre in pochi a conoscere la verità. Personalmente non ci vedo nulla di negativo in tutto ciò e da sempre non ho mai capito il motivo di tanta segretezza per il bene della massa. Siamo ormai abituati a vedere giornalmente barconi con bambini che affondano, persone uccise per strada ad ascoltare le notizie più allucinanti, stando seduti a tavola mentre mangiamo un piatto di pasta, alla fine non credo che la famosa frase “non siamo soli” porterebbe tanta devastazione così come in molti temono, semmai saranno altri a doverla temere non certo la massa. Credo per concludere, che sia giunto il momento di guardare con attenzione all’evolversi dei tempi e prepararsi per capire le possibilità che si prospetteranno davanti nuovi mondi, nessuno verrà gratuitamente a fare miracoli, ma se sapremo riconoscere il loro linguaggio non saremo stranieri in una terra sconosciuta come è per noi attualmente l’universo, ma abitanti di quartieri diversi, ma sempre parte di una stessa città.  Se invece resteremo chiusi ancora dietro l’indifferenza, l’emarginazione culturale e mentale, nascosti da drappi di ignoranza e poco propensi al futuro, la verità resterà nelle mani di pochi esattamente come è sempre stato. Ragion per cui prendiamo questa notizia per quella che realmente dovrebbe essere un’apertura dell’elitè. Il pastore ha aperto seppur non completamente il recinto tu che farai?

 

Giuseppe Oliva – Team Mistery Hunters

 

 

Segnalazione UFO 20/05/2017 – Parte 1

Dal 19 di maggio sono giunte nella nostra redazione innumerevoli segnalazioni di un presunto U.F.O. sorvolare Cosenza seguiti da due aerei militari. Questi ultimi volavano effettivamente troppo bassi per essere un esercitazione; si sa che devono rispettare delle altitudini precise per non creare allarmismo ma soprattutto per evitare situazioni spiacevoli. La comunita` cosentina quel giorno si e` scossa parecchio e tutti pronti con il proprio cellulare hanno immortalato cio` che e` accaduto.
Prima di scendere nei particolari pero`, tengo a fare una piccola precisazione su cosa sia effettivamente un U.F.O..
Il termine deriva dall’inglese: Unidentified Flying Object che letteralmente tradotto significa Oggetto Volante non Identificato (da qui il termine OVNI usato raramente in italia, molto nei paesi ispanofoni) molto spesso associato per condizioni di causa alle navicelle aliene che sembrerebbero manifestarsi per tutto il globo ma che in realta` significa semplicemente qualcosa che non conosciamo. Si prenda ad esempio che 10 anni fa un drone (militare), che oggi sempre piu` persone si stanno procurando per motivi lavorativi e non, era tecnicamente considerato un U.F.O. semplicemente perche` non avendo mai visto nulla di simile, etichettarlo come oggetto volante non identificato e` una prassi comune.

Che questo semplice chiarimento serva a fare piu` chiarezza sul fenomeno U.F.O. per evitare di inflazionare erroneamente il termine.

Ma cosa e` successo Venerdi` 19 maggio 2017 a Cosenza? E` ancora presto per dirlo. Sapete tutti che a noi non piace il sensazionalismo ma al contrario vogliamo darvi notizie quanto piu` accurate possibili. Noi vi diremo al massimo cosa non e`, ma cosa sia lo si scoprira` insieme grazie alla continua ricerca che stiamo facendo. Sul web possiamo trovare qualche video dalla qualita` non eccezionale (la quale rallenta notevolmente la ricerca) ma con le testimonianze vocali (chiaramente non badate all’enfasi ed al modo di parlare dei testimoni, e` comunque un fatto emozionante cio` a cui hanno assistito) che descrivono un terzo veivolo scambiato da alcuni per elicottero, da altri per sfera bianca vista ad occhio nudo.

In questo video ad esempio compare una sfera luminosa dai movimenti apparentemente irregolari ma che in realta` segue la luce del sole e si colloca chiaramente su ogni oggetto la telecamera riprende (e` sempre sopra le nuvole) e scompare quando la telecamera non riprende il sole. Quando la telecamera si avvicina troppo al sole, inizia a crearsi un alone di rifrazione. Con ogni probabilita` credo di poter smentire questo video.

Nei video di seguito e possible intravedere una sfera bianca schizzare a gran velocita`. La letteratura ufologica sostiene che possano essere delle sentinelle inviate dalla nave madre come droni da monitoraggio. Ribadisco che ad oggi, la redazione di Mistery Hunters sta ancora studiando il caso, quindi non possiamo dirvi cosa sia, per adesso. 

Di seguito troverete altri video per darvi un’idea e rimanete connessi perche` presto aggiorneremo questo articolo con maggiori risposte e novita`.

 

Caccia Militari sopra Cosenza …ed anche altro

Sfera bianca sopra Cosenza

Ancora video della sfera bianca che passa tra i caccia a Cosenza

Sui cieli di Rende 19 05 2017

Ringraziamo Cosenza 2.0 e tutti i testimoni che hanno ripreso quanto accaduto.
Se anche tu hai qualche video o foto, contribuisci invandoci i tuoi contenuti a redazione.misteryhunter@gmail.com. Darai anche tu il tuo contributo alla ricerca!

Marco “DOC” Florio

Fast Radio Buster: Naturali o Artificiali?

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Un Fast Radio Buster (FRB), in italiano lampo radio veloce, è un fenomeno astrofisico di alta energia che si manifesta come un impulso radio transitorio, con durata di pochi millisecondi. Si tratta di lampi molto luminosi nella banda radio provenienti da regioni del cielo esterne alla Via Lattea. La denominazione di ciascun lampo radio veloce è composta dalla sigla FRB seguita dalla data di rilevazione nella forma “AnnoMeseGiorno”. L’universo di per sé e i suoi innumerevoli corpi celesti, emettono segnali radio che però costituiscono una sorta di rumore di fondo, da filtrare per cercare di isolare quei segnali ritenuti interessanti e aventi specifiche caratteristiche. Per comprendere l’importanza della scoperta è necessario fare qualche passo indietro. Fino a una decina di anni fa, gli astronomi non sapevano nemmeno che esistessero i fast radio burst. Il primo fu scoperto quasi per caso nel 2007, il fenomeno divenne noto come il “lampo di Lorimer”, durante una revisione di alcuni dati forniti dal Parkes Observatory nel New South Wales in Australia. Da Parkes sono stati rilevati ben 16 dei 18 FRB scoperti tra il 2001 e il 2016.

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L’osservatorio ha come suo strumento principale un radiotelescopio con una parabola di 64 metri di diametro, con una gloriosa storia di oltre 50 anni alle spalle (ebbe per esempio un ruolo centrale per captare le trasmissioni tv in diretta dalla Luna quando ci fu l’allunaggio nel 1969). A differenza dei classici telescopi che osservano la luce visibile, un radiotelescopio rileva le onde radio emesse dai corpi celesti nell’Universo, consentendo quindi di spingersi molto più lontano nelle osservazioni rispetto a un normale telescopio con specchi e lenti. I radiotelescopi più potenti sono costituiti da una serie di antenne paraboliche, che lavorando insieme permettono di captare segnali a seconda del punto dell’Universo verso cui sono puntate. Un radiotelescopio deve essere puntato verso la direzione giusta e al momento giusto per captare un segnale che dura pochissime frazioni di secondo e che, nella maggior parte dei casi, non si ripeterà mai più. Anche se molti radiotelescopi sono costituiti da svariate parabole dal diametro di decine di metri, la porzione di cielo che può essere coperta da un’osservazione è infinitesimale, se comparata con la vastità della volta celeste.

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 La mancanza di una spiegazione convincente sulla loro causa ha portato a numerose ipotesi. Secondo alcuni, i fast radio burst si producono quando le stelle di neutroni (stelle iperdense, ciò che resta di un’esplosione stellare verso la fine del ciclo vitale di una stella) si scontrano tra loro o con altri corpi celesti. Altri ricercatori hanno ipotizzato che a generare i FRB siano alcune sfortunate stelle, pochi istanti prima di essere completamente risucchiate in un buco nero, mentre c’è chi teorizza che i repentini segnali radio siano prodotti dalle magnetar, stelle di neutroni con un campo magnetico gigantesco (miliardi di volte superiore a quello della Terra), che producono grandi emissioni elettromagnetiche. Nel 2010 fu annunciata la scoperta di altri sedici impulsi radio, rilevati sempre dall’osservatorio di Parkes e che presentavano caratteristiche analoghe a FRB 010724, salvo il fatto di essere di chiara origine terrestre. La scoperta dei pèriti (peryton in inglese), come furono chiamati, gettò un’ombra sull’interpretazione extragalattica per il lampo di Lorimer almeno fino al 2015, quando fu identificata la loro causa: i pèriti si manifestavano quando veniva aperto lo sportellino di un forno a microonde ancora in fase di riscaldamento in prossimità del telescopio.

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 I FRB sono molto sfuggenti ed è estremamente difficile localizzare il loro punto di origine in aree remote dell’Universo. La costanza è stata ripagata un paio di anni fa, quando è stato rilevato un fast radio burst  con una caratteristica che lo rende unico, almeno fra quelli conosciuti: si ripete. Sì chiama FRB 121102, dalla data della prima rilevazione, avvenuta il 2 novembre 2012 con l’antenna di Arecibo, nell’isola di Porto Rico. Nel novembre del 2015, l’astronomo Paul Scholz della McGill University di Montreal ha trovato, in dati di archivio di Arecibo, tra maggio e giugno del 2015, dieci ripetizioni non periodiche di un lampo radio veloce che per misura della dispersione e direzione della sorgente erano compatibili proprio con FRB 121102.

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Ciò ha portato innanzitutto ad ipotizzare che la causa dei lampi radio veloci non possano essere dei fenomeni distruttivi, come la collisione di buchi neri o stelle di neutroni, che non sarebbero ripetibili. Nel dicembre del 2016 è stata segnalata la scoperta di altre ripetizioni nella stessa porzione di cielo, date dalle osservazioni svolte dall’antenna di Arecibo e da un gruppo di ricerca guidato da Shami Chatterjee, della Cornell University, che ha utilizzato le 27 parabole dei radiotelescopi del Very Large Array (VLA) nel New Mexico. Le coordinate ottenute sono state poi inserite negli strumenti dell’Osservatorio Gemini, che ha un telescopio ottico nell’emisfero nord (Hawaii) e uno in quello sud (Cile), e finalmente nel gennaio 2017 è stato annunciato che lo studio ha permesso di identificare la sorgente del segnale in una piccola galassia nana (pochi miliardi di stelle a fronte dei 200/400 miliardi della nostra, la Via Lattea) distante oltre 3 miliardi d’anni luce dalla Terra, vicino la costellazione dell’Auriga. La scoperta, che si è guadagnata la copertina di Nature, è stata possibile grazie anche alla collaborazione con le antenne della European VLBI Network (EVN),fra le quali quella da 32 metri di Medicina dell’INAF, in provincia di Bologna, controllati dal JIVE (Joint Institute for VLBI in Europe) in Olanda.

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«La sensibilità combinata dei telescopi della rete EVN, la grande distanza che li separa l’uno dall’altro e le capacità uniche del processore dati centrale di JIVE, permettono di individuare eventi di appena un millesimo di secondo con una precisione di puntamento in cielo di circa 10 milliarcosecondi: equivalenti più o meno alla dimensione apparente che avrebbe, vista dai Paesi Bassi, una palla da tennis situata a New York», dice uno dei coautori dell’articoli, Zsolt Paragi, del JIVE. «I fast radio bursts sono uno fra i più interessanti fenomeni astrofisici scoperti nel corso degli ultimi dieci anni. Dieci anni durante i quali non eravamo ancora riusciti a individuare l’esatta provenienza di queste esplosioni energetiche. La nuova scoperta, realizzata anche grazie alla partecipazione dei radiotelescopi che abbiamo in Italia è motivo di grande eccitazione, perché fornisce un’informazione nuova e cruciale per comprendere la fisica di questo fenomeno: la distanza dell’oggetto d’origine, individuato con precisione in una remota galassia», sottolinea Steven Tingay, responsabile dell’Unità Scientifica per la radioastronomia dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e direttore dell’Istituto di Radioastronomia dell’INAF di Bologna. Sapere che l’origine di FRB 121102 si trova in una galassia nana può essere un indizio cruciale per determinarne la natura. Il gas presente in queste galassie è relativamente primitivo, almeno rispetto a quello che incontriamo nella Via Lattea e offre dunque un ambiente favorevole alla formazione di stelle assai massicce. Osservando ciò gli scienziati suggeriscono che una possibile causa degli FRB sia proprio il collasso di una di queste stelle. «Tuttavia, dobbiamo essere prudenti», raccomanda Tingay riguardo alle congetture sul possibile meccanismo d’origine. «La storia decennale dello studio degli FRB è una storia di false partenze e di vicoli ciechi, tre passi avanti e due indietro. Non dimentichiamo, poi, che questo particolare FRB è molto speciale: della ventina che conosciamo, è l’unico che si ripete. Pertanto, è anche possibile che a produrlo non sia lo stesso tipo di processo alla base degli altri. In ogni caso, è un risultato che segna un importante progresso in quest’affascinante ambito di ricerca». Spiega Daniele Malesani, astronomo italiano presso l’Università di Copenhagen, che ha partecipato alla campagna osservativa successiva alla scoperta del FRB 121102 «Dai calcoli si può stimare che in pochi millesimi di secondo quella sorgente ha liberato tanta energia quanta quella che in nostro sole irraggia in un giorno intero».

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Ci sono altri 3 importanti FRB che sono stati studiati in questo decennio e sono quello scoperto da Masui, astronomo presso la University of British Columbia e il Canadian Institute for Advanced Research e Jonathan Sievers, dell’Università di KwaZulu-Natal a Durban, in Sud Africa, denominato FRB 110523, l’ FRB 150418 rilevato a Parkes in Australia e studiato anche dal Sardinia Radio Telescope (SRT) dell’INAF e dal telescopio Subaru dell’Osservatorio Nazionale del Giappone (NAOJ), sulle isole Hawaii e quello catturato da da Vikram Ravi del Caltech e Ryan Shannon della Curtin University, rinominato FRB 150807. Il primo è importante perché conteneva dettagli sulla sua polarizzazione che non erano mai stati identificati fino ad allora infatti prima della rivelazione di questo segnale, ai FRB era stata associata solo una polarizzazione circolare ma grazie ad esso è stato possibile individuare sia la polarizzazione circolare che quella lineare. La polarizzazione è una proprietà della radiazione elettromagnetica e indica sostanzialmente l’orientamento dell’onda. Gli occhiali da sole polarizzati sfruttano questa proprietà per bloccare una parte dei raggi solari e i film in 3D la usano per ottenere l’illusione della profondità. I ricercatori hanno utilizzato queste informazioni aggiuntive per determinare che il segnale radio del FRB presentava rotazione di Faraday, una torsione che le onde acquisiscono passando attraverso un intenso campo magnetico. «Sepolto all’interno di un set di dati enorme, abbiamo trovato un segnale molto particolare, che mostrava tutte le caratteristiche note di un Fast Radio Burst, ma anche una componente di polarizzazione in più, mai osservata prima”, ha detto Sievers. Inoltre, le misure di dispersione caratteristiche dei lampi radio, che hanno permesso di scartare altri segnali in una mole di dati di 40 terabyte, possono essere utilizzate per ottenere la regione a cui appartiene la sorgente infatti questo segnale è stato collocato in maniera molto precisa a 6 miliardi di anni luce. In questo caso, la misura esclude i modelli che chiamano in causa le stelle della nostra Galassia e, per la prima volta, dimostra che il FRB deve aver avuto origine in un’altra galassia. «Presi insieme questi dati ci danno più informazioni sui FRB di quante ne abbiamo mai ottenute, e ci forniscono importanti vincoli su questi eventi misteriosi», conclude Masui. «Inoltre, ora abbiamo un nuovo strumento molto interessante che snellisce la ricerca nei dati d’archivio, e questo ci permetterà di scoprire altri FRB e di avvicinarci ad una comprensione migliore della loro natura».

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Il secondo è stato molto studiato perché il segnale radio, pur affievolendosi progressivamente, è stato registrato per circa 6 giorni. Grazie a queste informazioni i ricercatori sono riusciti a individuare la posizione del FRB con una precisione circa 1000 volte migliore rispetto agli eventi precedenti infatti è stata identificata in una remota galassia ellittica, distante circa 6 miliardi di anni luce da noi.  L’osservazione ottica ha permesso anche di misurare il redshift, cioè la velocità alla quale la galassia si allontana da noi a causa dell’espansione accelerata dell’Universo. Oggi i modelli teorici predicono che l’universo sia composto per il 70% di energia oscura, per il 25% di materia oscura e per il 5% di materia ordinaria, quella di cui facciamo esperienza quotidiana. Tuttavia gli astronomi, pur facendo la lista di tutta la materia ordinaria che osserviamo nelle stelle, nelle galassie e nelle vaste regioni permeate di idrogeno diffuso, erano riusciti finora a identificare solo circa la metà della materia ordinaria attesa: il resto non poteva essere visto direttamente, ed è stato dunque denominato come “materia mancante”. “La buona notizia è che le nostre osservazioni sono in accordo col modello teorico: abbiamo trovato la materia mancante” affermò Evan Keane, Project Scientist presso la Square Kilometre Array Organisation, e continuò“ È la prima volta che un lampo radio viene utilizzato per condurre una misura cosmologica”.

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Il terzo è il più luminoso di tutti e Andrea Possenti, astronomo dell’Istituto Nazionale di Astrofisica commentò: «Lo studio aggiunge un esemplare, il più brillante, ad una famiglia finora poco numerosa e che quindi si arricchisce sostanzialmente con l’inserimento di ogni nuovo membro. In più, rispetto alle due decine di FRB noti, questo FRB ha il vantaggio di mostrare una percentuale di polarizzazione lineare elevatissima, dell’ordine dell’80 per cento. Ciò ha permesso una determinazione accurata della cosiddetta “misura di rotazione”, ossia dell’effetto prodotto dal campo magnetico attraversato dal segnale radio sulla direzione della polarizzazione del segnale stesso».

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Ma un nuovo studio, pubblicato su Astrophysical Journal Letters, ipotizza che questi fenomeni misteriosi potrebbero in realtà essere associati ad altre forme di vita nello spazio. Addirittura, potrebbero costituire una prova di tecnologia aliena avanzata: futuristici trasmettitori delle dimensioni di un pianeta, costruiti per alimentare sonde interstellari in galassie distanti. Ad ipotizzare che possano essere segnali artificiali, e quindi provenienti da una ipotetica civiltà aliena, non è l’ennesima e fantasiosa ipotesi di un qualche ufologo, ma di alcuni astrofisici di tutto rispetto dello statunitense Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics. Dopo dieci anni di ascolto di radiosegnali provenienti dall’universo, il team di esperti, coordinato da Manasvi Lingam e Abraham Loeb, racconta sulla rivista Astrophisical Journal Letters come tali fenomeni, potrebbero essere potenti segnali creati dalla tecnologia molto avanzata di una lontana popolazione aliena. Uno scenario fantascientifico? Non così tanto, secondo Loeb: “I segnali radio veloci sono estremamente luminosi, considerando la loro breve durata e il fatto che le loro sorgenti sono molto distanti. Non abbiamo ancora trovato una fonte naturale plausibile, quindi vale la pena contemplare l’ipotesi che possa esistere una fonte artificiale”. Loeb e Lingam hanno esaminato la fattibilità di creare un trasmettitore radio abbastanza forte da essere rilevabile a distanze così immense. Hanno scoperto che, se il trasmettitore è alimentato da luce solare, la luce concentrata su un’area pari a un pianeta di dimensioni due volte quelle della Terra potrebbe essere sufficiente a generare l’energia richiesta. Un progetto costruttivo di questo genere è ben al di là della nostra tecnologia, ma non è in contrasto con le leggi della fisica. Inoltre hanno preso in considerazione il fatto che un simile trasmettitore possa essere sostenibile da un punto di vista ingegneristico o se le immense energie coinvolte potessero fondere ogni struttura sottostante. Nuovamente hanno scoperto che un dispositivo raffreddato ad acqua potrebbe far fronte al calore. Hanno calcolato anche quale potrebbe essere la dimensione di una “sonda” spinta da un’energia simile a quelle dei FRB, giungendo alla conclusione che potrebbe pesare anche un milione di tonnellate, ossia oltre 20 volte le nostre più grandi navi da crociera. «Si potrebbe immaginare una nave interstellare, o intergalattica, in grado di trasportare un gran numero di persone per generazioni intere: una nave generazionale», commenta Loeb.“Sarebbero, quindi, abbastanza grande per il trasporto di persone tra le distanze interstellari o anche intergalattiche” spiega Lingam. Dalla Terra quello specifico impulso radio potrebbe essere osservato solo per un breve instante, perché l’ipotetica astronave, il pianeta di partenza così come la stella e la galassia sono in movimento.

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“Questo straordinario risultato indica un fenomeno astronomico ancora sconosciuto o inusuale, o potrebbe indicare che si tratta di una vasta rete di comunicazione aliena, e che l’universo pullula di forme di vita intelligenti”, afferma Nigel Watson, autore del famoso libro “Manuale sulle indagini sugli UFO”. E continua: “Ogni segnale insolito dallo spazio ci incoraggia a chiederci se questo provenga da una civiltà aliena. Questo segnale sembra così sfuggente e difficile da interpretare e dovrebbe essere un candidato per ulteriori analisi. Sarebbe fantastico se si trattasse di un segnale alieno, come la consapevolezza che non siamo soli in questo vasto universo avrebbe un impatto drammatico sulla nostra percezione del nostro posto nello schema delle cose.” Loeb  comunque ha sottolineato che tutto ciò è una pura ipotesi speculativa, ma alla domanda se crede davvero che gli FRB possano essere emissioni artificiali ha risposto: «La scienza non è una materia di fede ma di prove. Decidere cosa è probabile, prima di una ricerca, limita la ricerca stessa. Vale sempre la pena avanzare nuove idee e ipotesi, e lasciare che siano poi i dati a parlare».

Alfonso Morelli – Team Mistery Hunters

TRAPPIST-1 Una nuova speranza.

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La ricerca, pubblicata su Nature e coordinata dall’Università belga di Liegi, apre a nuove prospettive nell’ambito degli esopianeti. La scoperta di un nuovo sistema planetario nella costellazione dell’Acquario, rinominato TRAPPIST-1, è stato possibile grazie ad una campagna osservativa intesa a sfruttare un gran numero di telescopi terrestri, tra cui il Very Large Telescope in Cile), lo Uk Infrared Telescope alle Hawaii, i telescopi William Herschel e Liverpool a La Palma, il telescopio dell’Osservatorio astronomico del Sudafrica e soprattutto i telescopi Trappist (TRAnsiting Planets and PlanetesImals Small Telescope) South e North (rispettivamente in Cile e Marocco) da cui prende il nome, oltre al telescopio spaziale Spitzer della Nasa, che ha monitorato il sistema per circa 20 giorni a partire dal 19 settembre 2016. Il risultato è da record perché il sistema TRAPPIST-1 ospita il maggior numero di pianeti come la Terra e il maggior numero di pianeti nella zona abitabile. Il coordinatore della ricerca Michael Gillon ha annunciato che intorno alla stella nana rossa TRAPPIST-1, a 39 anni luce dalla Terra, vi sono ber 7 pianeti rocciosi, tre dei quali (e,f,g) sono situati nella zona abitabile della suddetta stella ovvero dove potrebbe esistere acqua allo stato liquido (temperatura compresa tra 0 e 100 gradi). I sette pianeti sono stati chiamati come di consuetudine b, c, d, e, f, g, h (sono in ordine di distanza): pensate il più lontano, h, orbita a circa 10 milioni di km. Per fare un paragone Mercurio orbita a circa 59 milioni di km dal Sole. Questo perché le nane rosse sono stelle ‘fredde’ e piccole e nonostante siano così vicini a TRAPPIST-1 non sono soggetti a temperature ‘infuocate’ (TRAPPIST-1 ha una temperatura di circa 2400° C, meno della metà del nostro Sole). Questi sette mondi sono più o meno grandi quanto la Terra. Il più piccolo è circa il 75% più massiccio del nostro pianeta, mentre il più grande è solo del 10% più pesante della Terra. La configurazione particolarmente favorevole del sistema e le ridotte dimensioni della stella hanno permesso uno studio approfondito delle orbite planetarie. Tutti e sette i pianeti occupano orbite molto strette, con periodi orbitali che variano da 1,5 giorni di TRAPPIST-1b al più esterno, noto come TRAPPIST-1h, che compie il giro in circa 20 giorni. Il ‘Sole’ di questo sistema planetario è una vecchia conoscenza: era stato scoperto nel maggio 2016 insieme ai tre pianeti che si trovano nella fascia abitabile. Trappist-1 è una stella nana ultrafredda, ossia è una stella molto più piccola e meno luminosa del Sole: la sua massa è pari a un decimo rispetto a quella della nostra stella e la sua luminosità pari a solo 5 decimillesimi.

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Ha rilevato all’Ansa l’astronomo Silvano Desidera, dell’osservatorio di Padova dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf): “In questo modo si è capito che ci troviamo di fronte a un sistema planetario che contiene pianeti con una densità simile a quella della Terra e che ricevono dalla loro stella una quantità di calore simile a quella che la Terra riceve dal Sole”. Per questo tutti questi nuovi mondi alieni sono “promettenti per avere una densità simile a quella del nostro pianeta, un’atmosfera non troppo densa e acqua liquida in superficie”. Ora il quadro generale è completo: il sistema TRAPPIST-1 è estremamente compatto, piatto e ordinato e i sette pianeti sono tutti “quasi risonanti”, ciò significa che nello stesso tempo in cui il pianeta più interno compie otto rivoluzioni, il secondo, il terzo e il quarto pianeta ne compiono cinque, tre e due, rispettivamente. Questo schema fa sì che vi siano mutue influenze gravitazionali, che si manifestano in lievi variazioni nei tempi di transito osservati, che i ricercatori hanno utilizzato per stimare i raggi e le masse planetarie e ipotizzare la probabile rocciosità (almeno i sei più interni). Da queste stime, è emerso che il sistema planetario è incredibilmente somigliante a quello costituito da Giove e dai satelliti galileiani (Io, Europa, Ganimede e Callisto), anche se ha una massa circa 80 volte superiore. Le quattro lune, infatti, orbitano intorno a Giove con periodi compresi tra 1,7 e 17 giorni, anche in questo caso in condizioni di quasi-risonanza. Questa somiglianza suggerisce che i pianeti di TRAPPIST-1 e i satelliti galileiani si siano formati ed evoluti in modo simile. “L’architettura del sistema solare”, scrivono a proposito i ricercatori, “suggerisce che i pianeti si siano formati più lontano dalla stella e siano poi migrati verso l’interno.

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Durante la conferenza Gillon ha affermato che “nel giro di pochi anni, sapremo molto di più su questi pianeti, e soprattutto se sono in grado di ospitare la vita nel giro di dieci anni”. Tornando ai 3 pianeti interessanti, l’acqua allo stato liquido è un ingrediente fondamentali allo sviluppo della vita come la conosciamo, quindi i pianeti e, f e g situati nella fascia di abitabilità sono i candidati migliori per ospitare forme di vita aliene (anche batteriche). La presenza di acqua allo stato liquido è comunque un’ipotesi che si basa su modelli climatici e sulla distanza dei pianeti dalla stella Trappist-1. Ancora non è stata rilevata in modo diretto la presenza di acqua e non sono state scattate immagini della superficie di questi pianeti. I telescopi che avranno questo compito in futuro saranno l’European Extremely Large Telescope dell’ESO e il James Webb Telescope di NASA/ESA/CSA che verrà lanciato nel 2018. C’è ovviamente da essere soddisfatti di questi risultati ma come ogni scoperta riguardo gli esopianeti bisogna andarci con cautela aspettando nuove verifiche, osservazioni e studi. “Alla ricerca di vita altrove, questo sistema è da oggi la nostra migliore scommessa”, sintetizza uno degli autori della scoperta, Brice-Olivier Demory, professore alla University of Bern’s. “In passato ci sono stati più volte annunci su possibili gemelli della Terra, ma adesso ci si sta avvicinando molto di più”, dice Desidera. “È una bella scoperta”, ha aggiunto, e “incoraggia la ricerca di pianeti in grado di ospitare la vita. Il gemello della Terra non è mai stato così vicino e dopo i tanti annunci degli anni passati sulla scoperta di pianeti simili al nostro, averne visti sette in una volta apre una prospettiva completamente nuova. L’esistenza di un sistema solare come quello della stella Trappist-1 conferma infatti che pianeti piccoli simili alla Terra sono abbastanza frequenti, anche attorno a stelle molto diverse dal Sole”. Forse, scrive Ignas A.G. Snellen dell’Osservatorio di Leiden in un pezzo di accompagnamento alla scoperta sullo stesso numero di Nature, il nostro Sistema solare, con i suoi quattro pianeti delle dimensioni terrestri (meglio, subterrestri per Mercurio, Venere e Marte) non è nulla di così fuori dell’ordinario. La maggioranza dei pianeti extrasolari noti è invece più grande ed è prevalentemente gassosa, analogamente al nostro Giove. Finora sono una decina i pianeti scoperti con alcune caratteristiche simili alla nostra Terra. Il più vicino “Proxima b” è stato individuato l’anno scorso attorno alla stella più vicina a noi Proxima Centauri distante appena 4,2 anni luce. Il primo esopianeta veniva scoperto nell’ottobre 1995 nel circondario di “51 Pegasi”. Da allora è stato un crescendo è quelli confermati fino al 15 febbraio 2017 sono addirittura 3.577. Buona parte sono stati scoperti dal satellite Kepler della Nasa: i candidati che è riuscito a individuare sono 2.900. Il numero dimostra come i pianeti extrasolari siano una presenza normale e non un’eccezione. Quindi le probabilità di trovare un gemello della Terra aumentano sempre più man mano la tecnologia consente di vedere meglio. Finora non si è ancora raccolta alcuna immagine di questi corpi celesti ma la loro presenza viene confermata dalla misura dell’affievolimento della luce della stella quando le transita davanti, oppure dai movimenti anomali della stessa stella indotti dalla gravità del pianeta.

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Il sogno ora è arrivare su questi pianeti e a tal proposito Pablo Ayo, scrittore e fondatore del Centro Ricerche Stargard per i fenomeni supernaturali scrive sul suo blog: “Potendo viaggiare alla velocità della luce, ci si metterebbe solo 40 anni a raggiungerlo. Peccato però che secondo la Teoria della Relatività la velocità della luce è irraggiungibile, e per ora i nostri razzi, solo con l’aiuto di condizioni gravitazionali favorevoli, riescono a raggiungere talvolta la velocità record di 45 km al secondo. Sicuramente è già una bella corsa, ma per valicare le distanze interstellari ci vuole ben altro. Probabilmente un razzo termico nucleare a ciclo aperto come quello proposto da Carlo Rubbia nel 1998 (il famoso “Progetto 242”), o meglio ancora un’astronave dotata di un autentico motore a curvatura (in stile Star Trek), come quello teorizzato negli anni ’90 dal fisico messicano Miguel Alcubierre. Ma per ora questi sono solo progetti teorici.” E continua: “Qualcuno, tra i corridoi degli informatori ufologici, affollati di buffoni, spergiuri, bufalari, ex agenti dell’intelligence, gole profonde e militari pentiti, parla di un progetto ultra segreto della NASA. Si vocifera di una iniziativa nata in seguito al presunto UFO crash di Roswell e sviluppata meglio in seguito. Il governo USA, dicono in molti, ha già astronavi in grado di viaggiare a curvatura, rendendo pianeti come quelli del sistema solare TRAPPIST-1 davvero “vicini”. Alcuni rivelatori (tra cui ricordiamo l’ex hacker britannico Gary McKinnon) sostengono che esista un programma Top Secret chiamato “Solar Warden”, nel novero del quale una task force spaziale americana avrebbe sfruttato le conoscenze tecnologiche desunte dai dischi volanti alieni precipitati per costruire otto astronavi madre a forma di sigaro e 43 navette esplorative più piccole per trasferire miliardi di persone su altri pianeti. Tale struttura operativa segreta opererebbe nella Rete Navale degli USA e sotto l’egida del Comando delle Operazioni Spaziali (NNSOC).” Pura follia? Solo leggende metropolitane? Forse. Ma qualcuno ci dovrebbe allora spiegare perché, da qualche anno, l’ente spaziale americano sta spendendo cifre assai ingenti per trovare “pianeti abitabili” per l’uomo. Un po’ come profetizzato dal film Interstellar (2014 Warner Bros) che, caso strano, ha goduto di molti aiuti e supporti da parte della stessa NASA, quasi come fosse stato concepito per abituare la popolazione mondiale a una futura difficile scelta: rimanere e morire lentamente o partire e colonizzare strani, nuovi mondi. Conclude Ayo: “La scoperta di ben 7 pianeti con acqua, di cui forse 3 abitabili, nello stesso sistema solare, potrebbe davvero essere la notizia che la razza umana in futuro potrà continuare a vivere. In questa ottica, le reazioni emotive dello staff di ricerca della NASA, e anche i soldi spesi per queste missioni, acquisterebbero un senso ben preciso. La mia è solo una teoria, e oggi brindiamo con gli scienziati della NASA alla loro scoperta. Il tempo ci dirà se i nostri sospetti sono fondati o meno, se potremo rimanere qui o se saremo costretti, come il protagonista di Interstellar, a partire per un nuovo, incredibile viaggio.”

Alfonso Morelli – Team Mistery Hunters

RELATORI FANTASTICI E DOVE TROVARLI: TERRA OPERA ALIENA CON MAURO BIGLINO, ROBERTO PINOTTI, PIETRO BUFFA, MARIO CALIGIURI

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Sono Passate due settimane dal simposio terra opera aliena, e probabilmente scrivere di quella giornata adesso, non ha molto senso, soprattutto considerando che gli articoli a riguardo sono stati pubblicati nei giorni successivi. Che il video della conferenza viaggia a oltre 100 visite al giorno, che l’intervista agli ospiti stà rilanciando la web radio, e soprattutto si è affievolita l’onda di interesse nei giorni immediatamente successivi.
Ma come tutti i traguardi bramati e alla fine, con sacrificio raggiunti, non si riesce ad assaporarli se non quando il frastuono di ciò che si è fatto è ormai un bisbiglio lontano. Vi è un momento dove bisogna assaporare e ascoltare e un momento dove con tutta calma si possono tirare le somme.

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Trovarsi davanti oltre 300 persone in una sala strapiena che è quasi rimasta tale per oltre 9 ore, andare a parlare di noi e dell’evento sulla TV Nazionale, assistere a delle relazioni di primissimo piano con un filo conduttore, non segnato, ma che ha toccato tutti gli aspetti possibili riguardanti l’Ufologia e non solo, di avere relatori come Mauro Biglino, Roberto Pinotti, Pietro Buffa, Mario Caligiuri, incuriosire decine di persone che decidono di seguirti, vedere i volti dei presenti che dopo 9 ore hanno ancora voglia di fare domande, che significa obbiettivo raggiunto, creare interesse. Può sembrare poco per chi fa questo come mestiere, ma può diventare straordinario se guardi indietro e rivedi un portatile su una lavatrice nel tentativo di creare un blog. La maggior parte dei non addetti ai lavori in tema di presentazione di ciò che riguarda l’associazione Mistery Hunters, mi rivolge costantemente la stesse domande credi agli UFO? A ma quindi gli UFO esistono? Mistery Hunters? Quindi andate a caccia di fantasmi, alieni?

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Purtroppo non sono una persona molto diplomatica, ma con il tempo ho imparato che c’è sempre una risposta giusta, e devi solo trovare quella che calza perfettamente al tuo interlocutore. E alla fine non rispondo mai anzi faccio io le domande. 1) In oltre settanta anni di Ufologia di migliaia di avvistamenti, di decine di testimoni, foto video, documenti top secret, credi sia possibile che tutto sia riconducibile ad una stronzata? 2) E’ possibile che le evidenze presenti in siti archeologici di tutto il mondo, non solo di civiltà antecedenti alle datazioni accademiche, ma di tecnologie non possibili se si pensa al livello di conoscenza dell’uomo in quel dato periodo possano essere tutte dei falsi? 3) Le moderne ricerche nel campo medico e genetico trovano spesso interazioni con quello che è scritto negli antichi testi, e stanno dimostrando come l’evoluzione “forse” ha dei lati oscuri da chiarire. Vi pare possibile che abbiamo ancora la concezione su alcune teorie del 1858? E’ possibile rimanere ancorati a questo senza provare a spingersi oltre? Alla fine degli anni ’70 non si sapeva dell’esistenza dell’ HCV o epatite C, oggi quasi 40 anni dopo esiste una cura, e così dunque assurdo provare a pensare una evoluzione alternativa dopo quasi 160 anni? Ecco sono tantissime altre le domande che mi capita di fare, ma credo che già solo queste mi fanno capire e ricevere sempre la stessa risposta. No effettivamente sono cose che andrebbero studiate, poi sai spesso sono argomenti tabù che però hanno sempre un fondo di verità, e poi i governi nascondono tutto chissà qual’ è la verità. Comunque prossima volta che vi riunite fammi sapere.
Ma come? Non erano tutte stronzate?

E allora capisci di aver fatto Bingo, nessuno ha la verità in tasca, tanto meno noi, ma è così difficile provare a guardare oltre, a sperimentare, a non essere solo una percentuale da audience televisiva? Noi siamo questo. La lente di Diogene che si guarda intorno, a partire dei luoghi a noi vicini ricchi di storia e di misteri. Siamo quelli che davanti alla foto di un presunto avvistamento riteniamo come prima ipotesi sia un moscone davanti ad uno smart phone, perché solo così si può creare interesse ed eventualmente fare ricerca in modo obbiettivo ed oggettivo. Il convegno Terra: Opera Aliena, in realtà ha cercato indirettamente di dare delle risposte alle domande che molti come me si pongono, una visuale da una diversa prospettiva, vi ricordate il film l’attimo fuggente, quando Robin Williams salì sulla cattedra consigliando di guardare le cose sempre da angolazioni diverse? E’ esattamente quello che è stato fatto, i relatori con le loro intuizioni ci hanno fatto salire sulla cattedra e la fila diventerà sempre più lunga statene certi. Carpe Diem

Giuseppe Oliva – Team Mistery HUnters

A VOLTE RITORNANO: CARONIA, UN MISTERO LUNGO DIECI ANNI.

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Sono ormai decine gli articoli su giornali locali, interviste, servizi in Tv, Rai, Mediaset, uniti alla presenza sul territorio di esperti di ogni ordine e grado Marina militare, Aeuronatica, Cicap, Geologi, Ingv, Nasa. Solo a sentire nominare tutte queste presenze e questa attenzione viene da pensare, perché?

Eppure stiamo parlando di un gruppetto di case vista mare, in una stradina di una frazione di un paese in Provincia di Messina, non stiamo parlando di Fukushima, eppure l’attenzione rivolta a questo spicchio di terra è davvero alta. Sono dieci anni che seguiamo questi avvenimenti e alla loro ricomparsa non abbiamo esitato questa volta a catapultarci in loco e verificare di persona. No, non siamo gli esperti super pagati, non siamo i mega scienziati arrivati a Caronia, siamo delle persone “normali”, come sono persone normali quelle che li vi abitano. Delle persone per bene la cui vita è stata sconvolta. Ma la cosa più sconvolgente è che ancora oggi  non si sa perché. Si pongono tante domande si sentono tante teorie alcune fantasiose alcune meno, dopo aver intervistato il Sig. Pezzino quelle stesse domande e altre ce le siamo poste anche noi, e con il nostro punto di vista stiamo cercando delle spiegazioni plausibili.

La storia di questo luogo affonda le sue radici nell’antica Kalacte (bella costa) insediamento risalente al 446 a.c.  Un luogo importante in epoca Greco – Romana. L’abitato portuale di Calacte a Caronia Marina fu distrutto, da un incendio o forse da un terremoto. Documentandoci abbiamo trovato diverse notizie apparentemente non collegate ai fatti odierni, ma che forse invece sono piccoli tasselli necessari per ricostruire un puzzle ancora tutto da decifrare. Esiste un enorme calderone di notizie, avvistamenti, fatti storici, teorie che rendono ancora più intricato il caso, forse volutamente o forse no, fatto sta che qualcosa lì succede e quindi siamo andati  alla ricerca di risposte, di innumerevoli domande. Appena giunti sul posto siamo entrati in una luogo da subito surreale, estintori sulle porte, protezione civile a fare turni h24, commissione medica, il Sindaco, oggetti di vita quotidiana gettati in un angolo carbonizzati, certo niente di rassicurante. Ma le persone che erano lì erano stanche, provate da questa situazione, arrabbiate per le poche risposte ottenute, ma combattive e vogliose di venirne fuori. Eravamo lì da qualche ora e l’odore di fumo all’improvviso ci avvolge, il panico per pochi minuti. Allarme poi rientrato era fumo trasportato dal vento, ma dopo aver visto le nostre facce e quelle delle persone presenti ho capito una cosa. Eravamo lì da poche ore e provavamo una strana sensazione di disagio e di paura, come si può sopportare tutto ciò per dieci anni?

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Dopo aver intervistato il Sig. Pezzino ci siamo resi conto della portata degli eventi. Centinaia di segnalazioni e di foto di avvistamenti Ufo/Uso. ( nota alla fine dell’articolo) Qui nessuno ha la voglia di fare il complottista o ricercare gloria, ma se anche persone anziane riferiscono di strane luci uscire ed entrare dal mare, come si può far finta di nulla e girarsi dall’altra parte?

Il resoconto dei mesi di analisi e studi è finito con un dossier inviato a palazzo Chigi, nel quale si afferma che non si tratta di fenomeni naturali, né di dispersione di elettricità e né tanto meno un problema della vicina ferrovia. Si è parlato di eventuali sperimentazioni militari o addirittura extraterrestri. Ora non vogliamo certo escludere questi fattori, ma prima di prenderli per buoni vorremmo fare un ragionamento, un documento segreto e classificato top secret non sarebbe tale se il suo contenuto è su tutti i Blog. Ragion per cui ci sono due strade: la prima, è stata voluta la divulgazione, la seconda non è vero. Attenzione, non si ha la certezza che il documento dica questo,ma non è da escludere chequello che succede a Canneto non possa essere reale. La presenza di sensori tutto intorno la zona, atti a verificare eventuali fasci di microonde “ultra high frequency” allarma e non poco. Si asserisce di una banda dai 300 megahertz fino a salire ad alcuni gigahertz, probabilmente per fare una cosa del genere servirebbe una frequenza di 10/12 gigahertz, non parliamo di ritorno al futuro, ma della realtà. Si è paventata l’ipotesi anche di altre fonti di energia che potrebbe essere la causa di questi roghi. Stando a quello che le persone ci hanno riferito una fonte di energia lì è stata riscontrata, non si riesce ad ora ad individuarne la provenienza perché troppo piccola è la durata per calcolarne sotto forma di mappatura la provenienza.CAronia mistery hunters

Dopo aver visto alcune foto e averne fatto altre, dopo aver calpestato il pavimento di quelle case ci siamo fatti un’idea. Vedere phon prendere fuoco dal nulla, televisori fondersi, senza che né il tubo catodico o la scheda abbiano preso fuoco, dopo aver visto un materasso bruciato e la rete sottostante carbonizzata, restano molti dubbi.

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Ci ribadiva il Sig. Pezzino che una cosa strana che si verifica lì è che quando l’evento si concentra sull’esterno delle abitazioni all’interno non succede nulla, e viceversa. Vi sono i tubi dell’acqua  liquefatti nei muri e il rivestimento leggermente bruciacchiato. Soprattutto si ha la sensazioni per gli abitanti di questa frazione che non si voglia far loro del male almeno in maniera diretta. Un esempio? In una occasione il letto ha preso fuoco nel momento in cui chi vi stava fino a quel momento dormendo si è alzato e non prima. Gli oggetti prendono fuoco quasi sempre nel momento in cui non vi è nessuno vicino. L’ultimo evento di cui si è parlato anche a Rai 2 è stato proprio pochi giorni fa un tubo liquefatto nel terreno. Ricordo che mentre eravamo lì quello che più di tutto ci ha lasciato sgomenti fu la cisterna all’ultimo piano dell’abitazione. Una classica cisterna contenente 1500 litri di acqua accartocciata su se stessa come se fosse di cartone, una cisterna come tante con la zincatura che sappiamo raggiunge il punto di fusione a 450°C. Ecco alla luce di questi dati che tutte le persone “normali” possono verificare, come è possibile che una cisterna del genere prenda fuoco dal nulla bruci quasi completamente il tetto con i tubi nel muro liquefatti, tutto in pochissimo tempo? Quale fonte di energia può fare qualcosa del genere? Raggiungere quelle temperature senza che l’acqua all’interno evapori e crei un esplosione all’interno della cisterna? Non siamo esperti, ma la domanda è semplice, la risposta? Forse lo è ancora di più, Microonde. Questo è quello che spesso è stato detto si verifica in questi luoghi e date queste dinamiche sembrerebbe davvero così. Una grande energia che però non surriscalda tutto quello che ha intorno, in effetti se ci si pensa se fosse altro avrebbe preso fuoco tutta la casa e non solo una cisterna o il televisore. Se si prendono in considerazioni i sensori citati in precedenza si potrebbe effettivamente dire che è realmente così.

 

 

Canneto Mistery Hunters

Altra domanda quando ci furono le indagini con la nave oceanografica Galatea quali furono i risultati? Non se ne seppe mai nulla o forse non si scoprì nulla, ma basta fare qualche piccola ricerca nel web anche su semplici siti come wikipedia e scoprire chi era lì in quegli anni. Voci raccontano di aver visto esplosioni forse bombe di profondità lanciate al largo, più semplicemente crediamo siano state delle bombe della seconda guerra mondiale fatte deflagrare vi sono articoli a tal riguardo quindi niente di strano, strano è che l’allora Comandante dopo aver fatto le dovute analisi promise agli abitanti di Canneto nel pieno del panico, che avrebbe fatto di tutto una volta a Roma per aiutarli a risolvere questo problema anche grazie ai dati raccolti. Ironia della sorte poco tempo dopo viene mandato in Afghanistan e l’elicottero che lo trasportava insieme ad altri soldati cade non si sa se per un guasto o se per abbattimento coincidenze?

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Arrivati lì abbiamo trovato una commissione medica giunta in loco a rassicurare gli animi dei giustamente preoccupati abitanti della frazione. Abbiamo chiesto se le persone residenti lì abbiano avuto qualche problema di salute nel corso di questi anni, bene a parte un morto di leucemia fulminante e tre persone attualmente malate di cancro e altri morti negli anni precedenti direi che tutto sommato si stà bene a Canneto (sono ironico). La domanda è, come è possibile che facendo una veloce e semplice statistica si riscontra un tasso di malattia del 40% in una strada con poche case? Come è possibile non rendersi conto di ciò e  non prendere provvedimenti?

Continuando la ricerca è saltato fuori che lo scienziato Guglielmo Marconi fece alcuni esperimenti di grande rilievo al largo delle coste settentrionali della Sicilia sul piroscafo Caronia, dal quale inviò con successo i segnali radio verso l’interno dell’Isola. Minore fortuna ebbe Marconi quando indirizzò i segnali verso la baia di Caronia. È come se avesse incontrato una barriera elettromagnetica, le onde radio venivano “respinte”. Ed il segnale fu addirittura ricevuto in Francia. Cosa potrebbe aver causato questa reazione? Una barriera elettromagnetica? Se così fosse bisognerebbe tornare in dietro e capire che forse non è un problema moderno, ma che è sempre stato lì e ora magari lo si è stuzzicato con le nuove tecnologie esistenti e vi sono degli effetti collaterali.

Altre teorie sostengono che in quei luoghi si stia utilizzando un’arma, conosciamo tutti gli studi di Nikola Tesla e il suo raggio della morte, che questi siano tentativi e test per verificarne il funzionamento, testando una zona cito “poco antropizzata”?

La sensazione degli abitanti del luogo e di aver a che fare con un qualche laser capace di colpire alla perfezione un filo, un tubo un elettrodomestico e non toccare niente intorno con una precisione quasi chirurgica, ma di incredibile potenza, non sappiamo se le malattie che si sono verificate sono riconducibili a questi fenomeni, fatto sta che non crediamo nel resto della zona siano del 40% si potrebbe verificare, ma sarebbe una domanda retorica. Si parla anche di Scie Chimiche e di HAARP, ne abbiamo viste di particolari nella zona quei giorni, si sa che il connubio Haarp e scie chimiche possa modificare la iono sfera alcuni sostengono siano in grado di modificare il clima o di generare terremoti e altri cataclismi se così fosse credo che un semplice televisore che brucia non sia così difficile da ottenere. L’implicazione HAARP e Scie Chimiche potrebbe effettivamente non essere così assurda basta verificare su siti che trattano questi argomenti (www.sciechimiche.org) e leggere il brevetto di Barnard riguardante HAARP per capire le potenzialità e i potenziali utilizzi di queste potenti antenne (Così, questa invenzione fornisce la capacità di fornire livelli di energia  senza precedenti, nell’atmosfera terrestre in aree strategiche, e di mantenere il livello dell’iniezione di potenza specialmente se è impiegato un impulso casuale, in modo molto più preciso e meglio controllato dai sistemi precedenti, specialmente nella detonazione di dispositivi nucleari di vario tipo a diverse altitudini…”

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“… è possibile non solo interferire con le comunicazioni di terzi, ma sfruttare uno o più di tali fasci per effettuare una rete di comunicazioni nel caso in cui nel resto del mondo siano interrotte. In altre parole, ciò che viene usato per interrompere le comunicazioni altrui, può essere impiegato da un individuo ben informato su questa invenzione, allo stesso tempo, come rete di comunicazione”.

“… le grandi regioni dell’atmosfera potrebbero essere alzate ad una quota inaspettatamente alta, in modo che i missili incontrino forze di resistenza inattese e non pianificate, con risultante distruzione”.

“La modifica del clima è possibile, per esempio, alterando i modelli del vento nell’alta atmosfera, creando uno o più “piume” di particelle atmosferiche, che fungeranno da obiettivo o dispositivo di focalizzazione. Le modifiche molecolari dell’atmosfera possono avvenire in modo da poter realizzare conseguenze positive sull’ambiente. Oltre a realmente cambiare la composizione molecolare di una regione atmosferica, una particolare molecola o più molecole possono essere scelte per presenza aumentata. Per esempio, nell’atmosfera si è potuto aumentare artificialmente concentrazioni di ozono, azoto, ecc.”.) Vi è chi sostiene che questi potenti mezzi possano addirittura alterare le capacità neurologiche.

Vi furono molti fenomeni strani ad ogni modo che citeremo con il beneficio del dubbio.

1) Un elicottero  in volo sulla zona delle case colpite dal fenomeno atterrato velocemente perchè le pale vennero colpite da qualcosa non si è mai capito cosa si dice non da un’oggetto solido fatto stà che il pilota scese a terra molto turbato senza rilasciare nessuna affermazione.

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2) Lo strano fenomeno delle spiaggiamento delle cozze:
Le cozze spiaggiate. Altra coincidenza, nel 2004, fu lo spiaggiamento di milioni di esemplari di Velella a Marina di Caronia. La Velella è chiamata “barchetta di San Pietro”, somiglia a una cozza senza coperchio, con una vela. A volte grandi quantità raggiungono le coste dopo forti venti o per improvvise variazioni termiche. Condizioni meteo però mai segnalate in zona in quei giorni.

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3) Nella prima ondata dei fenomeni nel 2003/2004 è stata trovata anche un’impronta lunga 40 metri e larga 15, dove vennero ritrovati bruciati solo alcuni cespugli di Ampelodelmos,mentre ha lasciato integri tutti gli altri esemplari incendiati in una sequenza di multipli di 4.  E’ esclusa l’ipotesi di un intervento umano. Le radici di centinaia di piante erano infatti carbonizzate fino in profondità nel suolo. Ma anche qui nessuno si è preso la briga di approfondire.

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C’è chi invece crede nella presenza del diavolo a Canneto addirittura padre Amorth noto esorcista lo ha affermato, fanno a tal riguardo impressione la quantità di statue statuine croci e acquasantiere presenti nelle case della zona. Sicuramente a questo punto per chi sta subendo questi fenomeni tutto è plausibile e le difficoltà incontrate dagli esperti rendono ulteriormente difficile la convivenza lì. Magari credere in una presenza potrebbe essere più rassicurante, conoscere il nemico fa meno paura di combatterne uno invisibile. Sicuramente un dato va citato, che siano Ufo e quindi una sorta di segreto studio tra noi e loro, che sia un arma sperimentale testata sulla popolazione (affermazione di Rai2), che siano fenomeni naturali, che ad ogni modo sono le uniche cose al momento escluse. La domanda è perché quelle persone sono ancora lì e non in salvo, stanno morendo forse non per quello, ma stanno morendo. Forse non è un arma laser o a microonde, ma le case prendono fuoco non possono dormire sui propri letti per paura di morire ustionati, come può una cisterna accartocciarsi su se stessa sciogliersi anche se piena di acqua e incenerire il tetto? Cosa può provocare questo e perché? Tra le tante ipotesi tirate fuori in questi anni, fenomeni geotermici, elettricità nel terreno ve ne è una poco note forse tra le più plausibili è quella riguardante il Maser:

acronimo inglese di Microwave Amplification by Stimulated Emission of Radiation, ovvero Amplificazione di Microonde tramite Emissione Stimolata di Radiazioni. Un maser è simile a un laser, ma opera nella regione delle microonde dello spettro elettromagnetico. Il primo maser venne costruito da Charles Hard Townes, J. P. Gordon, e H. J. Zeiger alla Columbia University. L’apparecchio utilizzava l’emissione stimolata in un flusso di molecole di ammoniaca energizzata, per produrre l’amplificazione delle microonde alla frequenza di 24 gigahertz. Townes in seguito lavorò con Arthur L. Schawlow per descrivere il principio del maser ottico, o laser, che venne inventato nel 1960 da Theodore H. Maiman. I maser vengono usati per produrre frequenze di riferimento ad alta precisione, come accade negli orologi atomici. Vengono usati anche come amplificatori elettronici nei radiotelescopi. I maser si possono trovare anche in natura. Nel 1963 un gruppo di ricercatori del MIT percepì segnali radio provenienti dallo spazio interstellare innescati da nubi molecolari. Due anni dopo i loro colleghi californiani a Berkeley rilevarono una serie di microonde estremamente brillanti caratterizzata da una polarizzazione uniforme. Da allora gli studiosi hanno scoperto emissioni maser di varie sostanze molecolari, come ad esempio il metanolo e il vapore acqueo. Per consentire la manifestazione dei maser, occorre che nelle nubi stellari si verifichino alcune condizioni particolari che sono fattibili solo nella prima fase di vita stellare e nell’ultima. A tal riguardo suggerisco il libro dell’amico Roberto La Paglia, Fuochi alieni: I misteri di Caronia, dove viene raccontata una interessante storia avvenuta alla fine della seconda guerra mondiale nel pacifico con eventi simili ma molto più tragici dove perserò la vita alcuni militari  questo per far capire che non è così fantasioso pensare ad un arma tecnologica in fase di perfezionamento e di test, proprio nella mal capitata Caronia. (http://www.amazon.it/dp/B00NSSI4AO/ref=cm_sw_r_tw_dp_V4Giub07ESWSD)

E’ possibile trovare molte altre ipotesi che il giornalista ha portato alla luce con le sue ricerche un modo per far pensare. Magari si è ancora lungi dalla verità, ma scoperchiando i vari pezzi di questo puzzle si riuscirà prima o poi a comporre il disegno della verità.

Il principale dilemma su questi strani fenomeni che si stanno verificando a Caronia è l’indifferenza, non solo mediatico-istituzionale, ma anche l’indifferenza di chi concentra i suoi sforzi nel dimostrare la totale naturalezza di questi eventi e il sistematico allontanamento e infangamento di qualsiasi altra ipotesi.

Una volta escluso l’impossibile, ciò che resta, per quanto improbabile, non può che essere la verità.

Arthur Conan Doyle

Personalmente non avendo attrezzature e competenze tali da poter portare indagini non possiamo dire nulla, o forse si, se nulla hanno detto e hanno ottenuto esimi scienziati e studiosi pagati dall’allora governo Berlusconi, perché tutte le altre teorie debbano essere considerate fantasie? Perché non si può dire che vi è qualcosa di veramente strano e a questo punto orribile a Caronia? Perché le persone rischiano ogni giorno la vita e vengono considerati campo di esercitazione dove sperimentare nuove tecnologie? Perché esiste il MUOS, che magari non centra nulla, ma ci fa capire come il nostro territorio se qualcuno decide viene utilizzato come meglio si crede a discapito dei cittadini che ignari sperano in una soluzione, che a nostro avviso non arriverà mai, basta pensare agli ultimi casi in Sardegna o ai sottomarini nucleari nel Mediterraneo che fanno le loro esercitazioni senza alcun freno. Perché di qualsiasi natura essa sia sarebbe troppo sconcertante per essere esposta. Forse davvero la cosa migliore sarebbe sperare nell’entità extraterrestre, almeno non saremmo noi stessi a farci del male.

Giuseppe Oliva – Team Mistery Hunters

 

 Il Team Mistery Hunters ha raggiunto giorno 02/08/2014 la frazione di Canneto di Caronia (ME) per incontrare e registrare di persona la testimonianza diretta del Sig. Nino Pezzino, residente, nonché presidente del comitato che rappresenta tutte le “vittime” dei misteri di Canneto di Caronia.

Di seguito il filmato presente sul canale YouTube MisteryHunters.  Regia e montaggio di Aurelio Gioia – Team Mistery Hunters

 

 

 

Elenco avvistamenti avvenuti negli anni a Caronia:

Il primo avvistamento iniziò la notte del 10 o 12 gennaio a Marina di Caronia.
Affacciandosi dal balcone di casa il testimone notò in lontananza due strani oggetti luminosi (era mezzanotte circa, la vicinanza di quelle luci lo condusse a pensare che non potevano essere né stelle perché troppo basse, né un aereo perché erano immobili e nemmeno delle barche).
Tutto ciò gli sembrò molto strano anche perché dopo pochi minuti svanirono nel nulla.

Oggi a distanza di mesi egli denuncia il fatto, perché nella notte del 4 o 5 ottobre rivide le stesse luci nella medesima posizione. Vedendo quelle luci avvertì una strana sensazione, in altre parole mentre le osservava si sentiva osservato.

Il 22 febbraio alle ore 13,30 circa, mentre si trovava in località Mortilli, percorrendo un tratto di strada sterrata notò in lontananza una nuvola di fumo che si alzava dal terreno, di colore grigio chiaro e di forma irregolare, e parlando con suo cognato di un residente locale gli disse: “Avrà acceso il suo fuoristrada”, però avvicinandosi al mezzo parcheggiato si accorsero che era spento. Con il cognato si guardò intorno incredulo per quello che avevano visto, perché di fuoco non ce n’era e inoltre non c’era neanche vento, ma la fumata saliva in alto per poi sfumare nel nulla.

La sera del 16 marzo tra le 23,30 e 23,45 il testimone notò in direzione Canneto un bagliore che usciva dal mare di forma semicircolare come un faro, con la circonferenza esterna di colore azzurro intenso e la parte centrale che sfumava in un celeste quasi bianco.

La mattina del 5 maggio alle ore 10,50 mentre si trovava a Canneto, seduto sul muretto adiacente il fabbricato della propria casa insieme ai Carabinieri e ad una ragazza della Protezione Civile, discutendo in generale sulla situazione locale, abbassando lo sguardo notò un’ombra che scivolava via, alta dal terreno circa 30 centimetri, con direzione da sud a nord, di colore grigio fumo e di forma irregolare. Tutto questo durò pochi secondi per poi svanire nel nulla. Il testimone si guardò intorno, nessuno dei presenti stava fumando e la giornata era soleggiata.

In seguito il 18 o 20 luglio in località S. Stefano di Caronia alle ore 15,30, ad una distanza di circa un chilometro e mezzo dalla riva vide ribollire l’acqua: era una condotta sottomarina o qualcos’altro? Dopo appena 20 minuti circa, ci fu un incendio sulla costa nella stessa direzione.

Il 30 luglio a Caronia alle ore 24,00 circa da un chiosco sul mare alcuni clienti notarono delle scintille ad altezza uomo come se fossero scariche elettriche.

Nell’ultima settimana di luglio e nelle prime settimane d’agosto in alcune piante di melanzane si notarono delle difformità nelle foglie: la pianta nelle ore più calde non andava in protezione, ma girava le foglie verso l’alto e giornalmente a farlo non erano sempre le stesse piante.

In agosto in zona Pantano dei ragazzi osservarono tre misteriosi “ometti” intenti a cogliere limoni e scapparono.

Il 21 agosto alle ore 13,00 circa a Canneto, la figlia del testimone era seduta sul divano, quando di colpo la videro balzare dal divano dicendo che aveva preso una scossa di corrente.

Nelle notti che vanno dal 24 al 26 ottobre (non ricorda bene la data) affacciandosi dal balcone di Canneto che dà sul mare, il testimone e suo nipote videro delle luci strane, formanti i colori dell’arcobaleno, che si spostavano in modo orizzontale nella direzione Messina-Palermo e viceversa. I due si guardarono increduli e rientrarono in casa un po’ impauriti.

Nella notte del 28 e 29 ottobre verso le tre di notte, nella fiumara di Caronia, due signori sentendo un rumore strano si affacciarono dapprima al balcone che da sul mare, ma non videro nulla e allora si affacciarono dalla finestra del bagno lato monte, osservando così un oggetto sferico, descritto grande quanto la luna, che si alzava a scatti ed emetteva un rumore strano (lo stesso fu avvistato nel mese di aprile dalle stesse persone).

Il 13 novembre alla curva Andaloro alle ore 19,35 il testimone rivide la stessa ombra che lo sorvolava davanti al parabrezza dell’auto; era di forma ondulata ed abbastanza grande (1metro per 60 centimetri circa), che saliva verso i monti e precisamente verso le antenne della telefonia mobile.

Il 21 novembre alcune persone riferirono di aver sentito dei rumori strani all’interno dei loro fabbricati.

In novembre il testimone iniziò a scattare delle foto, a partire all’incirca dalla metà del mese. Si recò a Canneto per fotografare le melanzane caratterizzate dallo strano comportamento, e dopo aver fotografato e vegetali si andò a sedere sul muretto dove aveva visto l’ombra. Dopo alcuni minuti notò che le vene della sua mano destra si stavano gonfiando a dismisura mentre la metà del viso, sul lato destro verso l’alto, cominciò a “tirargli” con un lieve bruciore. Si guardò in giro ed andò via da quel posto, vedendosi subito dopo col maresciallo dei Carabinieri Modica al quale riferì l’accaduto.

Il 10 dicembre alle ore 07,55 la moglie del testimone in località Gibbiola, nel comune di S. Stefano di Caronia, mentre si recava a lavoro registrò un altro fenomeno anomalo qui non riferibile.

Martedì 28 dicembre alle ore 18,20 circa, ritornando da S. Agata di Militello, i due, arrivati sul cavalcavia di Torre del Lauro in distanza notarono un punto luminoso che si spostava dalla montagna verso il mare. La direzione assunta dalla luce era quella dal torrente Buzza alla fiumara di Caronia. Il cielo era coperto.

Giovedì 30 dicembre in località Canneto, in via Mare (fabbricato Serio) alle ore 15,10 circa la figlia e la moglie del testimone constatarono un altro avvistamento, che così raccontarono: “Stavamo guardando la televisione in cucina, a luce spente quando i neon cominciarono a lampeggiare come volessero accendersi, e dopo si accese anche la lampada d’emergenza.” Si precisa che l’energia elettrica non era andata via perché la televisione era accesa e anche la stufa.

AVVISTAMENTI DEL 2005
Il 16 Gennaio nella spiaggia di Villa Margi, alle ore 24,00 circa una coppia di fidanzati, mentre si trovavano nella zona, notavano una luce intensa rossa che s’ingrandiva e si rimpiccioliva. I due non riuscirono a darsi una spiegazione e la descrissero grande quanto la luna.

La notte del 18 marzo il testimone fece un sogno strano. Aveva sognato che le pompe sommerse delle cisterne a Canneto erano guaste, perché usciva acqua dal polmone delle tre cisterne. La mattina egli si recò a Canneto per verificare, ed erano realmente guaste. Inspiegabilmente il sogno era diventato realtà.

Nei giorni 20, 21 e 22 marzo nella fascia oraria che andava dalle 14,30 alle 16,30 il testimone era a Canneto per dei lavori nel suo fabbricato, quando un cane che vive nella zona da parecchi anni improvvisamente iniziava ad ululare nella fascia oraria già descritta. Conoscendo l’animale era la prima volta che l’uomo lo sentiva ululare.

La sera del 27 marzo alle ore 22,10 mentre percorreva la statale che porta da Marina a Canneto, la stessa persona raggiungendo il ponte della fiumara, notava nella collina un bagliore di luce bianca intensa che andava dirigendosi verso l’alto per poi svanire. Il tutto ebbe la durata di qualche minuto. Il giorno dopo egli si recò in loco per costatare se quello che aveva visto poteva essere spiegabile in termini convenzionali, ma sul posto non poteva trovarsi alcun mezzo, perché sfornito di strade.

Il 30 aprile alle ore 11 il testimone stava pitturando la scalinata a Canneto, quando vide passare da sotto il gradino una strana ombra scura che saliva in direzione della ferrovia. Le dimensioni ed il volume corrispondevano a quelle di un doppio maus da computer. Il testimone si soffermò apposta ad aspettare che passasse un uccello per vedere se l’ombra proiettata era uguale, ma non lo era.

Il 7 maggio a Marina alle ore 20,30, essendo andato con suo cognato dall’avvocato per alcuni chiarimenti legali, uscendo dallo studio per recarsi a casa, notò con lui una luce intensa bianca che si accendeva per poi svanire in direzione Palermo lasciando una scia luminosa ad una altezza di circa 300 metri e il cui punto di partenza era la sua abitazione.

L’8 maggio alle ore 12,30 in località Fiumara Canneto in Contrada Mortilli nel cielo, con qualche nuvola sparsa, venne notata una nuvola in particolare. Si osservarono attorno alla nuvola vari colori tipo arcobaleno, poi il tutto svanì dopo pochi minuti.

Un amico del testimone, la mattina del 9 maggio alle ore 6,20 circa nel tratto di strada di Marina nelle adiacenze del distributore Q8, notò in lontananza due luci di forma sferica tipo fari all’altezza della fiumara di Caronia sul lato mare e che poi scomparvero.

Il 13 maggio, da una discussione intrapresa con suo cognato in merito ai fatti accaduti, il testimone seppe di un altro evento risalente alla settimana prima mentre questi si recava al lavoro in località Morizzi, in compagnia di due persone. Giunti nei pressi della località P.lla Calcari (900 m..), in lontananza, in direzione Caronia avevano notato una luce di forma sferica che si muoveva. Erano le 6,30 del mattino, e la conclusione dei compagni era che non fosse un aereo.

La sera del 21 maggio alle ore 22 il testimone si stava recando a Canneto con sua moglie ad accompagnare suo cognato. Giunti a Canneto, mentre stavano salendo le scale per andare a casa si manifestò a tutti un forte mal di testa, come più volte registrato dai residenti in zona. Sua moglie mise in ordine alcune cose (mentre il mal di testa aumentava), e dopo varie insistenze scesero in casa del cognato. Ma il mal di testa cresceva. L’uomo disse alla moglie di uscire all’aperto con lui, e usciti fuori per raggiungere l’auto notarono una luce arrivare dal mare. Era molto intensa e bassa mentre passava vicino ai fabbricati Pezzino per poi passare sopra il cavalcavia autostradale e svanire.

Il lunedì successivo un’amica telefonò alla coppia, dicendo che doveva raccontare loro una cosa. Cosi i due andarono a trovarla e la donna iniziò a raccontare loro cosa aveva notato sabato 21 maggio alle ore 21,50. Affacciandosi dal suo terrazzo aveva notato una luce in movimento dal mare verso la montagna, che si era soffermata sopra il fabbricato della testimone a Marina per poi rimettersi in movimento verso le antenne, e posizionarsi su Canneto, sostare alcuni minuti e muoversi di nuovo per poi svanire. Il tutto era durato circa 15 minuti. A questo suo racconto i due si guardarono e le raccontarono ciò che avevano visto la sera del sabato. Una concomitanza difficilmente casuale.

Il 22 maggio notte tra sabato e domenica altri sogni inquieti da parte del testimone in cui la gente a Canneto diventava sorda e a Marina cieca.

Poi il 3 giugno alle ore 23 si manifestarono due flash a Marina sopra la sua abitazione in circostanze particolari. Da alcuni giorni tutto sembrava infatti tranquillo, e quella sera l’uomo si era infatti affacciato al balcone del fabbricato dicendo “Dove siete? Fatevi vedere!” Al che subito dopo comparvero i due flash. Coincidenza?

Il 16 giugno alle ore 21,30 in direzione Palermo, l’uomo, la moglie e la figlia avvistarono una luce di colore arancio intensa che riuscirono a fotografare.

Il 23 giugno alle ore 23 sopra i fabbricati di Canneto la moglie notò un flash di luce nello stesso punto e dalla stessa posizione.

Il 24 giugno alle ore 22,10 in Contrada Buzza, caratterizzata da serre di loro proprietà, la moglie notò altri due flash. L’indomani l’uomo si recò sul posto e fece delle foto a 360 gradi. Esaminando successivamente le immagini riscontrò in una di esse un punto luminoso nella posizione descritta dalla donna.

Il 27 giugno alle ore 24,00 furono osservate tre apparenti stelle cadenti in contemporanea direzione monte-mare, mentre alle ore 21,30 una luce sospetta sorvolò Marina in direzione monte-mare.

Il 3 luglio alle ore 19,35 a Canneto, mentre l’uomo si trovava in campagna, venne colto dal solito mal di testa. Arrivato a casa, la moglie gli raccontò di aver notato di lato al ristorante una sfera di forma metallica muoversi per scomparire dietro la montagna.

Il 5 luglio alle ore 19,00 il testimone si trovava nella serra da solo, in una giornata calma e calda, per eseguire alcuni lavori quando sentì e vide il telo di copertura di tutta la serra che prese a sbattere senza alcuna causa apparente. Spaventatosi, dopo essersi guardatosi intorno il testimone di allontanò.

Il 15 luglio alle ore 23,03 a S. Stefano di Caronia l’uomo avvistò una luce “a passeggio” sulla zona.

Il 21 luglio a Canneto, l’uomo era seduto nel cortile di casa, quando alle ore 22,30 come le altre volte cominciò a manifestarsi un fotte mal di testa per alcuni minuti. Il fenomeno si ripeté alle 22,50 e alle 23,10 venne avvistata la solita luce “a passeggio” su S. Stefano di Caronia nella stessa posizione e direzione del 15 luglio.

Il 23 luglio a Marina venne avvistato un fascio di luce sul mare.

Il 28 luglio alle ore 23,00 un flash apparve su S. Stefano e lo stesso venne visto dalla figlia dell’uomo da S. Stefano, che osservò una sfera di luce in movimento dopo il flash.

Il 31 luglio alle ore 22,00 un signore che villeggiava nell’hotel locale in quanto di origine siciliane (precisamente di Tusa) ma residente a Barberino del Mugello, per il caldo della serata decise di scendere in spiaggia. Arrivatovi si sdraiò sulla battigia e iniziò ad osservare il cielo stellato. Guardando l’Orsa Maggiore vi notò una stella cadente seguita da un fascio di luce rossastro, in direzione monte-mare. Poi dopo pochi secondi in lontananza, in direzione di Alicudi vide uscire una luce rossa dal mare, da lui descritta come “enorme”, tanto da fargli inizialmente pensare ad un eruzione vulcanica. Il1 giorno dopo raccontò il tutto in spiaggia meravigliato per quello che aveva visto.

L’8 agosto il testimone con tutta la famiglia si recò a Canneto per trascorrere una settimana insieme ai parenti, e dall’8 al 17 agosto giornalmente vennero registrati i soliti mal di testa, mentre i cognati dell’uomo gli raccontavano che da giorni i sensori antifumo installati dalla Protezione Civile suonavano sempre.

Il 15 agosto alle ore 23,40 nel campo sportivo di Marina venne segnalata una misteriosa luce che si accendeva e si spostava in orizzontale in direzione Palermo. Quindi alle ore 23,50 una nuova luce che si accendeva e si spostava in direzione delle antenne.

Il 16 agosto verso le 23,00 venne osservata proiettarsi sulla villa comunale un’ombra misteriosa.

Il 19 agosto alle ore 23,27 al chiosco di Marina la figlia vide qualcosa di color azzurro che cadeva verso le isole e andava pianissimo. Un gruppo d’amici che avevano visto la stessa cosa la definirono “gli extraterrestri”.

Il 13 settembre, in concomitanza con l’ennesimo avvistamento, ad un bambino del posto gli occhi diventano inspiegabilmente rossi.

Il 9 settembre alle ore 22,00 sul lungomare di Marina una luce celeste cadde in acqua vicino la costa in direzione monte-mare.

Il 9 settembre vennero segnalate una luce grande e una piccola che s’incontrarono e unitesi iniziarono a “passeggiare” vicino alle antenne.

Il 10 settembre un’ombra misteriosa si manifestò nella camera da letto del testimone e dopo alcuni istanti fu percepito un rumore anomalo in casa.

Il 15 settembre vennero notati stormi di uccelli emigratori che volavano ad alta quota e per ben tre volte non riuscivano a trovare la direzione di volo. Ritrovarono l’orientamento solo in seguito e a bassa quota, finendo poi con l’allontanarsi.

Il 16 settembre alle ore 22,00 fu segnalata una luce celeste che scendeva dietro un fabbricato sul lato monte, antistante la villa comunale.

Il 13 ottobre a Marina, un’amica del testimone gli segnalò di aver osservato alle 22,30 verso la collina dove sono montate le antenne, una luce bianca che si spostava lentamente verso il mare e si posizionava infine in cielo come una stella in direzione Canneto.

Il 13 ottobre alle ore 23,27 a Marina un fascio di luce in orizzontale fu osservato a sud ovest.

Il 23 ottobre il testimone ebbe un incubo. Durante la notte egli fu svegliato dalla moglie perché si agitava e parlava in una lingua diversa del normale agitandosi in modo strano. L’uomo ricorda di essersi visto nel sogno “disteso con le braccia legate ad altezza gomito, e vedevo delle strane forme vicino alla lettiga, la testa era di forma ovale le braccia lunghe e io dialogavo con loro; nel momento in cui mia moglie mi svegliò stavano per dirmi qualcosa d’importante ma non ricordo nulla, la cosa strana è stata che le braccia mi facevano male e la cosa continuò almeno per qualche ora.”

Il 27 ottobre alle ore 6,50 l’uomo si affacciò dal balcone guardando il sorgere del sole quando notò in lontananza sopra il paese di S. Fratello cinque sfere, di cui la più grande stava al centro e le altre formavano un quadrato. Il tempo di andare a prendere la macchina fotografica ed erano scomparse.

Il 28 ottobre alle ore 19,39 a Marina una luce strana venne vista muoversi in direzione di S. Agata di Militello.

Il 30 ottobre alle ore 19,14 a Canneto fu avvistato un fascio di luce con direzione monte-mare sopra il fabbricato Pezzino, ad alta quota.

Fra fine ottobre e inizio novembre si verificò un avvistamento alle Gole dell’Alcantara. L’oggetto segnalato venne descritto grande quanto la luna, da persone del tutto estranee ai fatti di Caronia.

Il 17 novembre a Canneto, alle ore 21,30 il solito mal di testa. L’uomo si fermò e iniziò ad osservare se si vedeva qualcosa ma dovette allontanarsi per il malore.

Il 19 novembre a Canneto, alle ore 18,20 il solito mal di testa nella stessa situazione del giorno 17, ma alle 18,30 il testimone riesci a vedere un flash anomalo sul mare, soffermandosi per quindici minuti circa per avere conferma di quello che aveva visto.

Il 23 novembre nelle montagne di S. Fratello in località Casello Muto alle ore 20 circa il testimone stata tornando a casa in auto da Catania quando tra gli alberi notò una luce intensa che sembrava seguirlo. Dopo alcuni minuti si fermò e anch’essa si fermò, ad una distanza di circa 100 metri. L’uomo iniziò ad osservarla (era ferma e a tratti si avvicinava e si allontanava), ma al sopraggiungere di un aereo la luce scomparve.

Il 28 novembre alle ore 7,10 lungo la statale SS 113, mentre questi si recava a lavoro in auto le chiusure automatiche della vettura si chiusero inspiegabilmente.

Infine nella settimana di Natale, camminando l’uomo avverti un forte calore ai piedi, e togliendosi le scarpe le trovò calde e come se fossero state bruciate.

LE SFERE DI KLERKSDORP

A partire dagli anni 80 i minatori della miniera d’argento di Wonderstone, in Sud Africa, hanno portato alla luce diverse sfere dall’aspetto metallico la cui esistenza solleva alcuni interessanti interrogativi. Fino ad ora, ne sono state estratte circa 200; dal colore blu acciaio con riflessi rossastri, all’interno del metallo sono presenti fibre di colore bianco. Le loro dimensioni si aggirano sui sette centimetri di diametro e pare siano costituite da una lega di nichel e acciaio, principalmente di origine meteorica.Quello che stupisce di più, è il fatto che, nonostante le tre linee parallele incise sull’equatore di una di queste sfere facciano pensare ad un origine artificiale, lo strato geologico nel quale è stato effettuato il ritrovamento è stato datato a quasi tre miliardi di anni fa.

LA STORIA DELLE SFERE METALLICHE DI KLERKSDORP

Il mistero delle sfere di Klerksdorp ebbe origine da alcune pubblicazioni divulgate nella decade che va dal 1980 al 1990; la prima di esse, uscita nel 1982, è un articolo a firma “Jimson S.” ( Scientists baffled by space spheres, 27 luglio 1982) pubblicato su Weekly World News.Il giornale riportava la notizia della scoperta di questi misteriosi oggetti nelle cave di pirofilite presso la cittadina di Ottosdal (nel Transvaal occidentale) in Sudafrica; le sfere prendono il nome dal museo di Klerksdorp, nel quale erano conservate.Il ritrovamento è stato effettuato in un deposito precambriano vecchio di 2,8 miliardi di anni; a quell’epoca, secondo le conoscenze scientifiche odierne, sulla terra non vi erano forme di vita intelligenti, ma solo colonie di batteri ed esseri unicellulari

 

LA SFERE RINVENUTE SONO DI DUE TIPI

Le prime composte da metallo bluastro costellato da puntini bianchi; le seconde cave, riempite all’interno con un materiale elastico. Secondo Roelf (Rolfe) Marx, sovrintendente del Museo di Klerksdorp, le sfere sono un mistero; specialmente se si osservano le tre incisioni perfettamente parallele presenti sull’equatore di una di queste, che fanno pensare ad una lavorazione artificiale.In una lettera datata 12 settembre 1984, Marx fornisce ulteriori informazioni sulle misteriose sfere asserendo che furono trovate nella pirofillite scavata vicino a Ottosdal. La formula chimica della Pirofillite (o Pirofilite) è Al2Si4O10(OH)2; si tratta di un minerale secondario, un fillosilicato di alluminio, abbastanza morbido. Le sfere sono invece estremamente dure; è stato dichiarato, infatti, che non si riusciva a scalfirle neanche con una punta d’acciaio..

COME GIA’ DETTO

le sfere sono state rinvenute in una cava di pirofilite, un materiale piuttosto morbido utilizzato anche come isolante elettrico, che si origina dalla trasformazione metamorfica di un deposito sedimentario.Questo dimostrerebbe che la formazione del materiale è posteriore dunque ai 2,8 miliardi di anni fa stimati da Marx. Durante il processo metamorfico che ha trasformato l’argilla e la cenere vulcanica in pirofilite si sarebbero formati i noduli metamorfici, consistenti in noduli di pirite, che quindi, per effetto dell’esposizione all’aria, si è trasformata in goethite, componente della limonite, ereditandone la forma sferica.Secondo il professor A. Bisschoff, dell’Università di Potchefstroom a Johannesburg, anche i solchi paralleli potrebbero essere il frutto di un processo naturale di consolidamento (noto, per quanto raro).Inoltre, fin dagli anni ’30, su pubblicazioni scientifiche e tecniche sono documentati ritrovamenti di noduli di pirite e goethite di origine metamorfica nelle miniere dove è avvenuto il ritrovamento delle sfere.

 

 

UNA delle sfere trovate a Ottosdal  presenta un solo solco sull’equatore e, secondo alcuni, somiglia a Giapeto, l’ottavo satellite di SaturnoI sostenitori del mistero non concordano su alcuni punti di questa spiegazione considerando le sfere degli OOPArt  a tutti gli effetti. Ci sono tre teorie a riguardo: la prima, quella sostenuta dai creazionisti, sostiene che le sfere siano state create da un’entità superiore durante la creazione della terra stessa che, secondo questo filone di pensiero, sarebbe avvenuta solo poche migliaia di anni fa; un’altra teoria vuole che le sfere siano state portate sulla terra da una razza aliena per scopi ignoti.Infine, si contempla la possibilità che questi manufatti siano attribuibili ad una antichissima civiltà di cui si è persa ogni memoria. Data la sparizione della sfera con le tre incisioni dal museo, non si possono condurre esami scientifici che darebbero altrimenti delle certezze.

Giuseppe Oliva Team Mistery Hunters

 

Chi o cosa ha creato il ‘Nido dell’Aquila’ siberiano? Un meteorite , una bomba atomica o i detenuti dei gulag?

The origin of the Patomsky crater has baffled scientists for decades and theories for its existence have ranged from a nuclear bomb blast, a secret Gulag mine and meteorite strikeScientists now think that there is something with a high iron content and ferromagnetic materials buried some 100 to 150 metres underneath the crater (pictured)  article-2553841-1B450DDC00000578-0_634x380 The crater was named Patomsky after a nearby river and was discovered in Siberia (pictured) by a geologist called Vadim Kolpakov who tried and failed to arrange a scientific trip to examine the site. The cone is 80metres tall and has a diameter of 150metres at its widest. The depth of the inner circle ditch is around 10metresImmagine

-Gli scienziati sconcertati
-Il sito in Irkutsk , in Siberia , è stato scoperto nel 1949 da un geologo ma alcuni scienziati hanno teorizzato che il cratere
Patomskiy sia stato creato da un meteorite: ma nessuna traccia di frammenti meteorici sono stati trovati a supporto di questa teoria.
-Si anche ipotizzato che sia vecchio di 250 anni e cambi forma costantemente.

di Sarah Griffiths
[Pubblicato il: 12:31 GMT, 7 February 2014 | UPDATED: 13:14 GMT, 7 February 2014]

Quando un geologo si imbattè in un cumulo enorme di pietra 65 anni fa, di sicuro non ebbe idea che la sua scoperta avrebbe innescato uno dei più strani misteri scientifici del mondo. Il sito in Irkutsk, Siberia è stato scoperto nel 1949. Ha una forma di un enorme cono convesso con un incavo a forma di imbuto ed una collina arrotondata nel mezzo, che assomiglia un po ad un nido d’aquila con un uovo incastonato al suo interno. L’origine del cratere Patomskiy ha sconcertato gli scienziati per decenni e teorie per la sua esistenza hanno spaziato da una esplosione nucleare ad una miniera di un gulag segreto o ad un impatto meteorico.

L’opinione più diffusa è che il sito sia stato effettivamente creato dall’impatto di un meteorite, ma nessuna prova è stata trovata a sostegno della teoria.

Il cono ha un altezza di 80 metri e ha un diametro di 150 metri nella parte più larga. La profondità dell’avvallamento interno è di circa 10 metri. Il nome “Patomskiy” è stato ricavato dal nome di un fiume vicino che è stato scoperto da un geologo chiamato Vadim Kolpakov il quale ha provato, ma con esito negativo, ad organizzare un viaggio scientifico per esaminare il sito. Numerose spedizioni hanno avuto luogo da allora e una di queste è riuscita a raccogliere campioni per effettuare degli studi approfonditi. Alcune teorie hanno azzardato addirittura che il cumulo altro non sia che una specie deposito di materiale di scarto (discarica)
gigante. Ma la densità della popolozione in zona è così scarsa che non si riesce ad avvalorare neanche questa idea. Storicamente non ci sono mai stati ne campi di lavoro o gulag nella regione. Mezza tonnellata di campioni sono stati prelevati dal sito e rimossi con l’ausilio di  l’elicottero nel 2013.

I campioni hanno portato gli scienziati a scartare definitivamente le idee che riguardano un’esplosione nucleare, visto che la radiazione di fondo presso il sito è bassa e non vi è traccia di uranio nelle vicinanze.
Questo dato ha lasciato due teorie principali: quella del vulcano e quella del meteorite .

Tuttavia, il sito misterioso non ha tracce di un qualsiasi materiale meteoritico e la zona geologicamente non è nota per essere vulcanica.In realtà non ci sono vulcani nel raggio di migliaia di chilometri del cratere Patomskiy il quale sembra anche essere relativamente giovane.Gli scienziati pensano che il cratere abbia tra i 100 e 500 anni e che potrebbe essere il risultato dell’enorme esplosione data dal bolide di Tunguska , che cadde nella regione di Krasnoyarsk nel 1908, ma il cui cratere non è mai stato scoperto.
Si pensa che il meteorite sia stato avvistato a soli 70 km di distanza dal ‘nido d’aquila’ e che la distanza sia stata solo di 10 o 15 secondi. Come l’evento di Tunguska si è verificato nel 1908 , l’età coincide , ma i test moderni hanno dimostrato che il cratere potrebbe avere in realtà circa 250 anni – in modo che potesse essere stato formato da un meteorite precedente, caduto quando la zona era praticamente disabitata.

Gli scienziati ipotizzano che ci sia qualcosa con un alto contenuto di ferro e materiali ferromagnetici interrati tra i 100 e i 150 metri sotto il cratere. Essi ritengono che potrebbe essere un meteorite o un altro oggetto INCREDIBILMENTE DENSO, ma ciò non sembrerebbe ancora dimostrato.

Il fatto che il cratere sia ‘vivo’ , proprio per la sua forma che cambia continuamente – in altezza – e che gli alberi nelle vicinanze del sito  hanno una velocità di crescita eccessivamente veloce, aggiunge mistero al mistero.

FONTE: http://www.dailymail.co.uk/sciencetech/article-2553841/Siberian-eagles-nest-continues-baffle-scientists-Theories-250-year-old-mound-formed-range-meteorite-strike-nuclear-blast.html#ixzz2su5j9KNI

tradotto e portato all’attenzione da
Aurelio Gioia – Team Mistery Hunters

Il governo messicano rivela documenti Maya dimostrando contatti extraterrestri

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Per chi avesse ancora dei dubbi in materia di contatto extraterrestre con le nostre antiche civiltà, questa volta non poteva essere più chiaro! Il governo messicano ha inferto un duro colpo alla  storia nascosta del genere umano. Nella sezione archeologica dimenticati da anni sono stati svelati una serie di reperti Maya , scoperti circa 80 anni fa da un team dell’Istituto Nazionale di Antropologia e Storia (INAH) sul sito di Calakmul, Messico.

Questi pezzi eccezionali sono stati presentati lo scorso anno e saranno oggetto di un documentario che uscirà questo autunno e sarà prodotto da Raul Julia-Levy e diretto da Juan Carlos Rulfo, il vincitore del Sundance Film Festival del 2006 con il suo film “nella fossa. Probabilmente il titolo sarà “Rivelazioni dei Maya 2012 e oltre.”

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Questo è uno dei pezzi chiave è  non può essere più esplicito. Si possono vedere chiaramente quattro oggetti, comunemente chiamati UFO, più un altro al centro che sembra solo un abbozzo.

Ecco la mia interpretazione:

1) Due orbite planetarie, molto ravvicinate

2) UFO all’interno della fig.3

3) Cometa (Ison?) con all’interno la fig.2

4) UFO che sembra bloccare con qualcosa di non meglio definito la fig.3

5) Astronauta all’interno di una capsula di espulsione fuoriuscita dalla fig.6

6) UFO da cui parte la fig.5

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Un altro pezzo molto interessante sembra rappresentare un enorme eruzione solare in avvicinamento verso un pianeta, e prima che questa lo raggiunga un UFO parte dallo stesso pianeta e si dirige verso un altro non molto lontano, Evacuazione e successiva colonizzazione? Marte e la terra? Un altro sistema solare?  Evento accaduto o evento che dovrà accadere??

Questo artefatto di 1.300 anni fa, ricondurrebbe al fatto che i Maya erano perfettamente consapevoli che siamo nell’ultima fase di un ciclo solare che è durato 5.125 anni e che fa parte di un ciclo maggiore di 26.000 anni. Ciò è anche in parte confermato dalla NASA che prevede, tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014, una grande esplosione solare, Certo che questi eventi catastrofici vanno presi con le pinze ed inoltre va necessariamente sottolineata l’ampiezza dei lassi di tempo di cui parliamo, quindi uno scostamento degli eventi anche di qualche decennio è più che giustificabile.

Questi altri pezzi rappresentano i volti di una razza aliena:

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Dopo aver studiato, e cercato di interpretare per anni questi manufatti, queste sono state le dichiarazioni ufficiali rilasciate dal governo messicano tramite il Ministro del turismo Luis Augusto Garcia Rosado, che afferma:

1) Questi reperti rappresentano la prova di un contatto tra la civiltà Maya ed un popolo Alieno.

 2) Il contatto è avvenuto circa 3.000 anni fa nella giungla messicana. 

3) Abbiamo le prove che i Maya e questo gruppo di Alieni hanno guidato il pianeta per centinaia di anni, finche non furono sterminati dopo una seconda invasione di una popolazione Aliena con intenzioni bellicose, lasciando ai posteri l’evidente presenza di una razza superiore vissuta millenni prima dell’era moderna.

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Tutte queste notizie, informazioni e fotografie, sono facilmente verificabili in quanto sono stati ampiamente trattati in una conferenza ufficiale tenuta dai professori Klauss Dona e Nassim Haramein, presso il Palazzo dei Congressi a Saarbrücken, Germania, 11 giugno 2011.

In fondo a questo articolo troverete riferimento a stralci della conferenza.

FONTI:

http://www.rtbf.be/info/medias/detail_un-documentaire-va-prouver-les-contacts-entre-mayas-et-extraterrestres?id=6837553

http://www.guardian.co.uk/film/2011/sep/29/mayan-documentary-alien-mexico

http://www.reuters.com/article/2011/09/26/idUS333894436320110926

http://www.thewrap.com/movies/column-post/guatemala-cooperate-doc-about-mayans-and-aliens-31162

PROFESSORE NASSIM HARAMEIN:

http://theresonanceproject.org/about/personnel/nassim-haramein

PROFESSORE KLAUS DONA:

http://inferenceplanetaire.wordpress.com/2012/01/29/les-pyramides-antiques-dans-le-monde/

CONFERENZA DI PRESENTAZIONE, LINK DEL VIDEO:

http://www.youtube.com/watch?v=glV-C7fqAX8&feature=player_embedded http://www.youtube.com/watch?v=EpHTMoPAil4&feature=player_embedded

SITO DI CALAKMUL (O KALAKMUL):

http://fr.wikipedia.org/wiki/Calakmul

MH Criptos – Team Mistery Hunters

PALLA INFUOCATA NEI CIELI DI CALABRIA: UFO O METEORITE?

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Una luce rossa… sembrava un aereo ma era rosso fuoco… è durata 10 secondi poi è sparita». Racconti di alcuni testimoni, sono un appassionato di ufo ed ho capito subito che fosse qualcosa di anomalo; di certo non un meteorite in quanto stazionava in cielo..!!!». «Galleggiava nell’aria!!».
Sono solo alcune delle testimonianze che da ieri sera si susseguono sul web e stamattina su tutti i principali giornali locali e telegiornali un oggetto non identificato che si è schiantato al suolo in C/da Colucci a San Giorgio Albanese, nel Cosentino, provocando l’incendio di un boschetto che ha causato molta paura tra la popolazione del luogo, scossa prima per la vista della scia luminosa nel cielo e poi per il fragore dell’impatto.
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Sul posto sono prontamente intervenuti i Vigili del Fuoco di Rossano, che stanno spegnendo le fiamme. Allertati anche i Carabinieri, che dovranno accertare esattamente di che tipo di oggetto si sia trattato.
Di certo c’è che intorno a questa storia, almeno per ora, aleggia un non so che di misterioso. Infatti, mentre molti siti parlano di lanterna cinese che si è schiantata a terra, i testimoni intervistati escludono assolutamente questa eventualità. Alcuni parlano di variazioni cromatiche tipiche degli UFO, altri di una scia in stile Meteorite. E gridano al «solito insabbiamento…una lanterna non provoca boato ed un incendio all’impatto al suolo..». Chi parla ha assistito alla scena da Cosenza. Da lì hanno avvistato l’oggetto e dicono certi: «Per non allarmare hanno cacciato la storia della lanterna! Ma ciò che abbiamo visto era ben altro».
Le luci dell’alba di certo chiariranno questo mistero che per ora sta facendo il giro del web. Ma i testimoni non hanno alcun dubbio: «Era un Ufo – dicono – galleggiava in aria rosso fuoco e poi dopo 10 secondi è scomparso». Intanto già da ieri sera esperti del CUN si sono recati sul posto a visionare la zona, sicuramente era una lanterna cinese curiosa…
Noi andremo a disturbare presto in loco.
Stay Tuned
Giuseppe Oliva team Mistery Hunters