Il Castello Templare di Roseto

E’ dal 2012 ormai che come associazione abbiamo aggiunto alle nostre ricerche quella storica, principalmente sulla storia del Sud Italia e della nostra Calabria in particolare. In questo percorso la nostra attenzione si è focalizzata sulla storia dei Templari e della loro presenza e sulle loro gesta avvenute nella nostra Regione.
Abbiamo incontrato molte persone e visto tanti luoghi, possiamo citare Castrovillari, Cosenza, Morano Calabro, Malvito, per citarne alcuni, l’ultima, per ora, tappa è stata al Castello di Roseto Capo Spulico.

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Sapevamo della bellezza del luogo, e sapevamo che avremmo trovato qualcosa di interessante. Ma in realtà per una giornata ci siamo completamente dimenticati di essere in Calabria e anzi sembrava di essere in un Castello in Scozia o nel Nord della Francia. A ricordarci dove eravamo è stato lo splendido sole. Perchè questo? Per la elegante e cortese accoglienza da parte della Famiglia Cosentino, di Michele in particolar modo, il quale ci ha guidato in maniera impeccabile tra le splendide stanze del castello, facendoci da cicerone.

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Ci ha colpito soprattutto la bellezza del posto, che inevitabilmente quando si vive e si calpesta, rende tutto un pò magico, per un’istante mi son sentito Cavaliere anche io.

Qui tutto parla di storia dalle lastre di pietra nel mare sottostante al più piccolo mattone. Sfiorare quelle mura insinuarsi nelle scale del castello ci avvicina a quella grande personalità che era Federico II.

Qui i misteri sono tangibili, non vi è bisogno di immaginarli, qui sembra di essere a Rosslyn o a Rennes le Chateau. Certo sono rimasti piccoli segni, ma abbastanza per far capire la grandezza e la magnificenza di questo piccolo avamposto. Il Castello di Roseto Capo Spulico, è un castello fortificato a difesa della costa dell’Alto Ionio Cosentino, risalente ad epoca normanna, ricostruito nel Duecento per volontà dell’imperatore e re di Sicilia Federico II di Svevia, rimaneggiato più volte fino al secolo XVI.

Nel XIII secolo fu requisito da Federico II ai Cavalieri Templari, per ritorsione verso il loro tradimento durante la VI crociata in Terra Santa, e divenne fortezza prettamente militare; dai registri angioini si conosce l’entità della guarnigione assegnata alla fortezza, che nel 1275 risulta composta dal castellano, uno scudiero e da dodici guardie. Già la sua pianta trapezoidale testimonia il riferimento al tempio di Gerusalemme e basti leggere nelle antiche mappe catastali, Foglio 34 del Comune di Roseto Capo Spulico, i nomi delle contrade che circondano il maniero per confermare detta ipotesi: a Nord del Tempio troviamo il fiume Giordano che poi scende verso Est; a Nord troviamo la terra Giordana con il primo paese di Montegiordano, confinante col maniero; a Sud leggiamo il nome di Piano d’Orlando, che richiama Re Artù ed i Cavalieri della Tavola Rotonda alla Ricerca del Sacro Graal; ad Ovest leggiamo il nome di Piano di Salomone, il re costruttore del Sacro Tempio di Gerusalemme; ad Est l’acqua dello Jonio, come a rappresentare l’acqua del Giordano che scende da Nord verso Est, rispetto alla Città Santa. A conferma rileviamo i seguenti segni esoterici inseriti su un imponente portale in stile gotico:

la rosa crociata, i petali di giglio,

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il cerchio di Salomone e lo stemma con grifone,
emblema del casato Svevo. Ed ancora: un onfale con sopra incisi i segni della Passione di Cristo con l’Agnus Dei,

il tetragramma di Heavè, una croce cristiana all’ingresso del piano terra e, sul cornicione di detto ingresso, i numeri romani che richiamano i versetti di inno ad Allah del Corano. Segno che Federico credeva nella unione delle tre religioni monoteiste.
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Il castello è di forma trapezoidale ed ha tre torri di avvistamento possenti, una delle quali più alta, merlata e a pianta quadrangolare. Il Castello è stato costruito su di un luogo che con molta probabilità ha o aveva una particolare energia se consideriamo che dapprima vi era un tempio dedicato a Venere, poi un monastero e infine una postazione Templare, prima di passare nelle mani di Federico II, il quale lo lasciò come unico castello in dote al suo unico figlio legittimo.

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Qui potrete vedere il Documentario realizzato con in dettaglio tutto quello che lì abbiamo trovato.

Credits:
Documentario:Aurelio Gioia
Foto:Alfonso Morelli

Giuseppe Oliva – team Mistery Hunters

Castel del Monte

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Castel del Monte, a 60 km da Barii, è uno dei 49 siti italiani che l’Unesco ha inserito nel 1996 nel world heritage list . Fatto costruire da Federico II di Svevia nel XIII secolo, il Castello domina, con la sua massiccia struttura ottagonale, il piccolo tratto delle Murge occidentali situate a 18 km da Andria.Considerato universalmente un geniale esempio di architettura medievale, Castel del Monte in realtà unisce elementi stilistici diversi, dal taglio romanico dei leoni dell’ingresso alla cornice gotica delle torri, dall’arte classica dei fregi interni alla struttura difensiva dell’architettura fino alle delicate raffinatezze islamiche dei suoi mosaici. Costruito intorno al 1240, Castel del Monte divenne la sede permanente della corte di Federico II di Hoenstaufen, diventato a soli tre anni sovrano del Regno di Sicilia. Il monarca, soprannominato “Stupor Mundi” per l’eclettismo e la vastità della sua cultura, lasciò in eredità al suo Castello tutto il mistero che ne circondava la figura.Il rigore matematico e astronomico della sua planimetria, basata sull’otto come numero guida e il suo posizionamento, studiato in modo da creare particolari simmetrie di luce nei giorni di solstizio ed equinozio, creano un simbolismo che appassiona da secoli gli studiosi, lasciando ai visitatori una sensazione di piacevole enigma. In aggiunta a questo l’impianto militare Castel de Monte curiosamente manca degli elementi che caratterizzano la maggior parte dei monumenti militari del periodo come le mura di cinta, il fossato e le stalle. Otto sono i lati della pianta del Castello, otto le sale del piano terra e del primo piano a pianta trapezoidale disposte in modo da formare un ottagono, e otto sono le imponenti torri, ovviamente a pianta ottagonale, disposte su ognuno degli otto spigoli. Si ritiene che nel cortile interno fosse presente una vasca anch’essa ottagonale.   La solida compattezza della pietra calcarea mista a quarzo delle facciate è scalfita su ogni lato da finestre monofore al primo piano, bifore al secondo e in un caso trifora. L’ingresso principale, in breccia corallina, riproduce la forma di un arco trionfale classico che incornicia un arco a sesto acuto, definito come “una sorta di preludio al Rinascimento”. L’interno, con le sue alte volte a crociera o a botte, appare ormai spoglio da tutte quelle decorazioni che nel passato rendevano i suoi spazi maestosi, testimoniate da resti di marmo e mosaici in gran parte scomparsi dopo secoli di incuria e vandalismo.I due piani interni sono collegati nelle torri da scale a chiocciola disposte in senso antiorario, a differenza delle altre costruzioni difensive dell’epoca. Di particolare interesse è l’installazione idraulica per i servizi igienici, di origine orientale. Capolavoro di inestimabile valore della storia d’Italia, Castel del Monte merita pienamente il titolo di “patrimonio dell’umanità”: un luogo da vivere nei suoi mille misteri e da visitare almeno una volta nella vita.

Il Castello di Melfi e i segreti Alchemici

Il castello di Melfi è un monumento della Basilicata di proprietà dello Stato Italiano, tra i più importanti castelli medievali del sud Italia. La sua fondazione, almeno dagli elementi ancora visibili, risale al periodo normanno e ha subito notevoli modifiche nel corso del tempo, soprattutto in epoca angioina e aragonese. L’origine del castello di Melfi risale alla fine XI secolo ad opera dei normanni, sorto in posizione strategica che funge da punto di passaggio tra Campania e Puglia. Il suo collocamento era indispensabile per difendersi dagli attacchi esterni e come rifugio per gli alleati. La struttura fu luogo di avvenimenti “storici” durante l’era normanna.

Leggenda vuole che intorno al 1520 il signorotto locale sovvenzionasse un oscuro personaggio, un frate dall’identità sconosciuta, incaricato di trovare il modo di trasmutare i metalli in oro con l’utilizzo dell’alchimia. Pare ci fosse riuscito. Le sue formule alchemiche sono vergate da qualche parte nel castello, ma nessuno le ha ancora trovate nonostante le numerose ricerche.

Giuseppe Oliva – Team Mistery Hunters