DIARIO DI UNA SCOPERTA – I MENHIR DELLE SERRE VIBONESI

La grande passione per misteri del passato o sull’origine dell’umanità, spinsero me ed il gruppo di ricerca Mistery Hunters ad una continua e costante ricerche di luoghi e tematiche simili non solo in luoghi lontani ma anche e sopratutto nel nostro territorio: la Calabria.
Venni a conoscenza, quindi dopo lunghe ricerche su Internet, di posti magici ed immersi in un passato oscuro ed affascinante. Fra una di queste ricerche m’imbattei in un alcune fotografie di rocce “strane” nel cuore delle Serre Vibonesi e condivisi subito questi “tesori non ancora identificati” con i miei compagni di viaggio, i MISTERY HUNTERS.
Stavamo guardando la presentazione di uno dei tanti e bei percorsi naturalistici e paesaggistici proposti dal Diving Center di Punta Stilo: quello che portava alle pietre del Boario, del Caricatore e della torretta/Piramide.
Capimmo subito che quelle rocce strane avevano qualcosa di più importante dietro.
No, questa volta non si trattava di un bel geosito frutto del lavoro incessante della natura!
No signori!

Avevamo la forte sensazione di trovarci di fronte all’ennesima titanica ed inspiegabile opera dell’uomo. Un opera lontana, millenaria, forse più antica e complessa di quanto i libri di storia cosiddetti “ufficiali o accademici” ci comunicano nelle aule e nelle biblioteche Universitarie.
Decidemmo di raggiungere nella primavera di quest’anno il bosco di Stilo in un contesto di studio riguardante un altro sito megalitico quello di Nardo di Pace, distante pochi chilometri e sempre nelle zone più impervie ed alte delle Serre Vibonesi.
Contattammo Mario Tassone del Diving Center per organizzare un escursione che ci permettesse di gustare da vicino, nel bosco di Stilo, quelle meraviglie architettoniche così inspiegabili sia come dimensioni che come dislocazione e significato.
Presto fatto!
Nel mese di Settembre riuscimmo ad organizzare il viaggio e ci mettemmo in viaggio il giorno 20 di Settembre alla volta delle meraviglie megalitiche delle Serre: prima tappa Nardo di Pace. Visitammo il primo dei due siti megaliti e rimanemmo esterrefatti. Ci mettemmo all’opera per raccogliere dati, effettuare rilevazioni e ascoltare la preziosa testimonianza della guida del posto, la signora Graziella Carè. In serata ci spostammo a Stilo e lì incontrammo Mario Tassone e la moglie Alfina, i quali ci accompagnarono la mattina seguente presso la vetta del monte Pecoraro e Monte Caricatore: le vette custodi dell’oscura storia delle civiltà pre-mediterranee nel territorio Calabrese.
Lo stupore provato dal vedere la pietra del Boario fu notevole da parte di tutti i componenti dei Mistery Hunters. Avevamo di fronte una pietra perfettamente stondata e alta più di sei metri e larga otto poggiare su bordi di due pietre più piccole lungo il suo perimetro e sul bordo di una lastra rocciosa perfettamente levigata e quasi rettangolare, dalla forma diametralmente opposta all’enormità che poggiava su di essa.
Intorno altre pietre pù piccole e stondate ne vidi una che mi incuriosì maggiormente: quasi perfettamente sferica e tanto somigliante a quelle nei dintorni delle piramidi sepolte di Visoko, in Bosnia.
L’attenzione di Mario e Alfina erano catturate dal nostro entusiasmo e dal fatto che riuscivamo a trovare delle analogie morfologiche con altri posti altamente affascinanti nel mondo. Ci spostammo di qualche centinaio di metri e fu la volta della torretta di avvistamento chiamata “Piramide” costruita in epoca sicuramente recentissima e fatta di piccole pietre tenute insieme dalla malta. Anche questa costruzione destò comunque la nostra attenzione, se non altro per il valore simbolico e storico e per la presenza di un grande pietra o “dolmen” inserita di traverso nel suo basamento.
Ma quello che si presento ad i nostri occhi, dopo un buon tratto a piedi fra la fitta boscaglia della vetta delle Serre, fu letteralmente sbalorditivo!
Di fronte a noi avevamo uno dei monoliti più grandi mai lavorato e spostato dall’uomo (?) su di una vetta impervia millenni fa! Eccoci ai piedi della “Pietra del Caricatore”. Una costruzione assolutamente levigata e stondata in modo artificiale ma sopratutto “modulare”: costruita quasi con la sovrapposizione di livelli identici nell’asse orizontale e verticale. Un monolite apparentemente fatto di fette “duplicate” ma senza fratture irregolari o scomposte addirittura in prossimità dei bordi!
Eccezionale! Questo la natura da sola non lo fa di certo!

Sicuramente la popolazione del luogo si è tramandata leggende, miti e superstizioni tutte basate questa volta su qualcosa di realmente fuori dal comune. E questo il nostro ruolo e la nostra missione come Mistery Hunters. Togliere lo strato denso di misticismo e superstizione per far affiorare delle verità quasi sicuramente scomode ma altrettanto preziose per comprendere la storia oscura del mondo e dei suoi abitanti nel corso dei millenni.

A voi i link del nostro video reportage:

 Prima parte

Seconda parte
Un nuovo tassello del perduto mosaico che rappresentava la mappa di un antica e millenaria verità.

Aurelio Gioia

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